Spettabile EasyJet, se l’intento era quello di “ispirare”, così come la sezione che, tanto gentilmente, dedicava uno spazio alla mia terra come meta per turisti e viaggiatori, mi rincresce dover far notare come una simile descrizione abbia in realtà “sparato” - più che ispirato - una serie di  espressioni biasimevoli e volgari che mal si prestano a raccontare la Calabria e i calabresi; espressioni che non si soffermano neanche lontanamente sui tanti pregi di una regione che, quanto a storia e bellezze naturalistiche non ha davvero nulla da invidiare ai luoghi iconici di cui fa menzione.

Potrebbe, ad esempio, soffermarsi sulle lunghe spiagge calabresi a tratti selvagge e incontaminate di cui è possibile godere percorrendo gli 800 chilometri di costa, decisamente a prova di covid. Dal mare turchese della Costa degli Dei fino alle spiagge rosse di Capo Rizzuto, dalle alte scogliere della Riviera dei Cedri alle spiagge bianche della Costa degli Aranci, fino alla Costa Viola, caratterizzata dal colore particolarissimo che il mare assume da queste parti, e presente nei numerosi racconti degli storici antichi. 

Potrebbe, cosi, vagamente, citare come la Calabria sia universalmente riconosciuta il “cuore della Magna Grecia”; una grande culla di civiltà dove si fonda l’idea stessa di Occidente e che possiede una rete importantissima di musei “nascosti”, che aspettano solo di essere valorizzati. Ed è davvero raro poter scorgere altri luoghi al mondo in grado di possedere un territorio a così alta densità archeologica.

Potrebbe, ad esempio, ricordare come tutte le scienze umane fiorirono tra i Calabresi. Aristotele fu allievo di Platone, che in Calabria venne ammaestrato da Timeo, Euticrate e Arione, tutti locresi. Anche Pitagora fu calabrese e da lui derivarono tutte le scuole filosofiche.

Potrebbe porre l’accento sull’immenso patrimonio naturalistico di primissimo livello che anima la Calabria, grazie ad ecosistemi e paesaggi preservati dai 3 grandi Parchi Nazionali (Sila, Pollino e Aspromonte) e da un Parco Regionale (Serre) che a loro volta inglobano riserve e oasi naturalistiche.

Avrebbe davvero tutti gli elementi per dire come la Calabria riesca a soddisfare tutti i gusti: dagli amanti del mare, della storia e della natura, agli appassionati di escursionismo e di enogastronomia, in un equilibrio pazzesco tra natura e cultura che è difficile trovare in altre parti del mondo.  E proprio l’enogastronomia è un altro fiore all’occhiello di questa regione dalla cultura millenaria grazie ai Greci, Romani, Normanni, Arabi, Angioini, Borboni, Spagnoli, Francesi che hanno lasciato tracce nella sua tradizione alimentare e culinaria: dal peperoncino alla liquirizia, dal cedro al fico, dal bergamotto alla cipolla rossa, dai funghi ai salumi, dal vino ai liquori alle erbe, giusto per citare qualcosa.

I secoli di storia che hanno caratterizzato la Calabria in lungo e in largo non hanno, com’è evidente, trovato collocazione all’interno dello spazio dedicato ad una terra bellissima e selvaggia, ritenendo più opportuno soffermarsi su una piaga economica e sociale che tanti calabresi onesti si trovano a fronteggiare, valorizzandola, si fa per dire, come tratto caratterizzante di un territorio dalle innumerevoli risorse.

Potrebbe, per finire, descriverci citando uno tra i numerosi scrittori  - Corrado Alvaro -  che questa terra ha partorito e che così amava definirci: “la dignità è al sommo di tutti i pensieri ed è il lato positivo dei calabresi”.