Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono andati questa mattina a Bengasi a riprenderli
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono andati, questa mattina, a riprendere gli equipaggi dei due pescherecci di Mazara del Vallo trattenuti in Libia perché, circa tre mesi fa, avevano sconfinato in acque libiche. A Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar, erano bloccate 18 persone tra cui: 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi.
«I nostri pescatori sono liberi. Fra poche ore potranno riabbracciare le proprie famiglie e i propri cari. Grazie all'Aise (la nostra intelligence esterna) e a tutto il corpo diplomatico che hanno lavorato per riportarli a casa. Un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo. Il Governo continua a sostenere con fermezza il processo di stabilizzazione della Libia. È ciò che io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo ribadito oggi stesso ad Haftar, durante il nostro colloquio a Bengasi». Aveva annunciato questa mattina su facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
«Buon rientro a casa» ha postato il premier Giuseppe Conte su Twitter.
«I pescatori hanno già parlato con i loro familiari e sono a bordo dei due loro pescherecci Antartide e Medinea. anche i loro colleghi musulmani dopo mesi sono riusciti a scambiare qualche battura con i familiari». Lo ha detto sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, sulle notizie che arrivano da Bengasi sui pescatori italiani.
Le polemiche di Salvini e Meloni
«Oggi sono 108 giorni dal sequestro, con comodo...». Parte all'attacco il leader della Lega, Matteo Salvini.
«E' una giornata umanamente felice per noi e per Fratelli d'Italia, abbiamo imparato a conoscere mogli, madri e figli dei pescatori a lungo con una tenda di solidarietà davanti a Montecitorio alla quale il presidente del Consiglio non ha mai pensato di passare a portare un saluto e una parola di confronto. Sono contenta, ma non la considero una vittoria della diplomazia italiana e della politica italiana, perché 108 giorni per liberare 18 pescatori perfettamente innocenti che pescano in acque contestate sul piano del diritto internazionale, sono un'enormità». Cosi Giorgia Meloni, esponente di punta di Fratelli d’Italia.