L'ultimo caso di contagio è quello di una donna di 61 anni deceduta in una clinica al rientro dalle vacanze
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È psicosi nei nove comuni, tutti lungo il fiume Chiese, nei quali si concentra il focolaio di legionella che ha ormai assunto i tratti di una vera e propria epidemia. I piccoli centri di Carpenedolo, Montichiari, Asola, Remedello, Calvisano, Acquafredda, Desenzano, Isorella e Visano, potrebbero essere diventati incubatori del virus proprio a causa della vicinanza con il corso d’acqua, sorvegliato speciale come possibile fonte di carica batterica.
I numeri, fino a oggi, sono quelli di una vera e propria epidemia. Sono stati 235 gli accessi al pronto soccorso, 196 le persone attualmente ricoverate di cui 9 in terapia intensiva, 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, due i decessi, uno dei quali con una diagnosi accertata di legionella.
L'ultimo caso sospetto è quello di una di 61 anni, morta ieri in una clinica di Torino al ritorno dalle vacanze. Ma per adesso non c’è nessuna certezza, e le autorità sanitarie cercano di frenare l’ondata di panico che si sta espandendo a macchia d’olio. L’assessore al Welfare della regione Lombardia è intervenuto con una nota nel tentativo di contenere la situazione di allarme.
«Diamo un messaggio tranquillizzante perché l'acqua si può bere – ha dichiarato - non è un problema legato alle condutture dell'acqua pubblica, dato che le indagini fatte sui pazienti fanno emergere il dato che la legionella non si trasmette bevendo acqua o da persona a persona, ma solo attraverso i vapori generati da liquido contaminato».