Il calo demografico nel 2018 è di oltre 18 mila unità rispetto al 2017. Dal 2014 la perdita di italiani è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677mila)
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Dal 2015 la popolazione residente in Italia è in diminuzione configurando per la prima volta negli ultimi 90 anni una fase di declino demografico. Lo dice l'Istat. Un dato conseguenza del drastico calo delle nascite in atto dal 2008. Già a partire dal 2015 il numero è sceso sotto il mezzo milione e nel 2018 si registra un nuovo record negativo: sono stati iscritti all'anagrafe solo 439.747 bambini, il minimo storico dall'Unità d'Italia.
La popolazione residente in Italia è diminuita di 124.427 unità nel 2018 pari al -0,2%. Al primo gennaio 2019 risiedono in Italia 60.359.546 persone, di cui l'8,7% sono straniere. E' del -3,2% il calo degli iscritti dall'estero dovuto soprattutto alla diminuzione di immigrati.
Il declino è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende al 31 dicembre 2018 a 55 milioni 104 mila, 235 mila in meno rispetto all'anno precedente (-0,4%). Rispetto al 2014 la perdita di italiani è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677mila).
Gli stranieri hanno permesso di contenere la perdita
L'Istituto di Statistica fa notare che negli ultimi quattro anni i nuovi cittadini per acquisizione della cittadinanza sono stati oltre 638 mila. Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300 mila unità. Nel quadriennio, il contemporaneo aumento di oltre 241 mila unità di stranieri ha permesso di contenere la perdita complessiva di residenti. Al 31 dicembre 2018 sono 5.255.503 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe; rispetto al 2017 sono aumentati di 111 mila (+2,2%) arrivando a costituire l'8,7% del totale della popolazione. Il Report dell'Istat sul bilancio demografico diffuso oggi certifica anche che il numero di stranieri che lasciano il nostro Paese è in lieve flessione (-0,8%) mentre è in aumento l'emigrazione di italiani (+1,9%).
Le nascite di bambini stranieri si concentrano nelle regioni dove la presenza straniera è più diffusa e radicata: nel Nord-ovest (21,0%) e nel Nord-est (20,7%). L’Emilia-Romagna ha la percentuale più alta di nati stranieri (24,3%), la Sardegna la più bassa (4,5%).