Rispondendo a un'interrogazione di Italia viva, il titolare del Collegio Romano sottolinea che l'iter del decreto sulla commissione cinema non è ancora chiuso: «Una pecca? Il mancato rispetto dell'equilibrio di genere». Intanto uno dei designati rifiuta l'incarico
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«Non mi sento affatto offeso dalle scelte fatte dell'ex ministro Sangiuliano che mi ha preceduto». Così il neo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, alla Camera rispondendo a una interrogazione di Italia viva sulla recente nomina dei componenti della commissione ministeriale per la concessione di contributi per progetti cinematografici da parte dell'ex ministro Sangiuliano.
«Giova evidenziare a noi tutti alcune imprecisioni contenute nel quesito degli interroganti: con il decreto ministeriale del 6 settembre 2024 è stata infatti disposta la nomina di 15 personalità, e non 18, della commissione di esperti» ha sottolineato Giuli in Aula alla Camera. Inoltre, ha aggiunto, «occorre evidenziare come l'individuazione dei 15 esperti sia stata naturalmente ispirata dalla ricerca di una variegata e comprovata qualificazione professionale nel settore, così come richiesto dalla normativa. Tra i 15 esperti con profilo curriculare di alto livello cito ad esempio uno, e primo fra tutti, quello di Paolo Mereghetti, autore del più celebre dizionario dei film realizzato in lingua italiana, tutt'altro che identificabile come un cliente del ministro Sangiuliano».
Sulla commissione cinema «per primo al mio insediamento mi sono posto i medesimi interrogativi degli interroganti, traendone però conclusioni diverse», ha aggiunto Giuli.
Il decreto di nomina dei componenti della commissione cinema del Mic «andrà perfezionato e verrà arricchito» secondo alcuni criteri, tra cui quello «del rispetto dell'equilibrio di genere sul quale è mio intendimento intervenire», ha detto Giuli. Il ministro ha detto di aver notato come «gli interroganti, pur solerti nella ricerca di carenze di presunti criteri soggettivi dei 15 esperti designati, non abbiano al contrario tenuto a rilevare il mancato rispetto dell'equilibrio di genere, questo sì reale». A tal riguardo, ha aggiunto il ministro, «è mio intendimento intervenire su tale profilo, trattandosi per altro di un criterio espressamente previsto ai fini della composizione della commissione di esperti».
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«Ricordo agli onorevoli interroganti e all'Aula che il decreto non ha ancora perfezionato il proprio iter: è quindi suscettibile di integrazioni e verrà senz'altro modificato e arricchito secondo i canoni di autorevolezza professionale e scientifica che ne hanno ispirato l'origine», ha concluso Giuli. Il ministro della Cultura è quindi uscito dalla Camera ed è entrato a Palazzo Chigi. Circondato dai giornalisti, non ha rilasciato dichiarazioni, affermando di «aver detto tutto per oggi».
Francesco Specchia rifiuta la candidatura alla Commissione cinema
Intanto Francesco Specchia, inviato e critico di Libero, indicato come membro della Commissione per il finanziamento dei film di interesse culturale, non accetta la proposta oggetto del decreto "last minute" dell'ex ministro Sangiuliano e si sfila dall'organismo selettivo del ministero. «Constatata la mole di lavoro che prevede l'attività di commissione di cui ho avuto contezza solo ora che sarebbe in contrasto con le mie quotidiane mansioni di inviato, e per lasciare il posto al necessario riequilibrio di genere evocato giustamente dal nuovo ministro della Cultura Giuli, rimetto la proposta di incarico di questa commissione», annuncia.
Specchia ringrazia «della fiducia l'ex ministro Sangiuliano» e augura «in bocca al lupo al nuovo ministro Giuli a cui mi lega profonda stima». Specchia invia poi «i migliori in bocca al lupo di buon lavoro, comunque anche alla nuova commissione. L'augurio è che, eludendo gli steccati ideologici e politici, si possa lavorare per l'interesse nazionale della nostra cinematografia».