Il 72enne aveva filmato le violenze: la verità era emersa nel 2020 dopo che l'uomo era stato fermato per aver ripreso con il telefonino alcune donne in un supermercato, da qui la scoperta dell'agghiacciante archivio con 20mila foto e video pornografici
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Inizia oggi al tribunale di Avignone il processo relativo a un caso di gravissima violenza domestica che ha suscitato l'indignazione dell'opinione pubblica francese. Dominique P., un 72enne padre di famiglia, è accusato di aver drogato la moglie, Gisèle, per anni, costringendola a subire abusi sessuali da parte di numerosi uomini. Questi atti erano orchestrati tramite una rete clandestina su una chat online, e Dominique ha registrato le violenze, immortalando gli incontri.
La verità è emersa nel novembre del 2020, quando l'uomo è stato arrestato dalla polizia dopo aver attirato l'attenzione per aver filmato delle donne in un supermercato. Le indagini successive hanno rivelato un archivio agghiacciante contenente circa 20.000 foto e video pornografici, la maggior parte dei quali ritraevano Gisèle in stato di incoscienza. Gli abusi si sono protratti per un decennio, dal 2011 al 2020, coinvolgendo 51 uomini di diverse età.
Caroline Darian, la figlia della coppia, ha raccontato come la loro sembrasse una normale vita familiare fino all'arresto del padre. Nonostante Dominique fosse visto come un uomo affettuoso e presente, però, dietro quest'apparenza si celava una verità orribile. Caroline aveva notato i segni di stress e affaticamento della madre, senza comprendere il motivo. Ignara della manipolazione, Gisèle era stata una vittima di abusi sistematici.
Il processo avviene in un contesto di crescente attenzione verso la violenza di genere e le politiche di tutela delle vittime. Caroline ha anche scritto un libro intitolato "Et j'ai cessé de t'appeler papa", in cui esprime gratitudine verso le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare le molestie subite al supermercato, contribuendo a far emergere la terribile verità di anni di abusi.
Il caso di Mazan rappresenta un chiaro esempio delle sfide che la società deve affrontare nella lotta contro la violenza domestica e il traffico di esseri umani, evidenziando l'importanza di sostenere e proteggere le vittime, spesso intrappolate in situazioni di sfruttamento e manipolazione. Con l'apertura del processo, l'attenzione rimane alta per garantire giustizia a Gisèle e per prevenire simili atrocità in futuro.