La decisione è presa, le auto a benzina, diesel e gpl non potranno più essere vendute dal 2035. Fra tredici anni il mercato europeo sarà completamente migrato verso mezzi a zero emissioni, elettrici o a idrogeno. La proposta della Commissione europea, accolta dall'Europarlamento, prevede di ridurre le emissioni medie delle auto nuove del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2021.

Se l'obiettivo è ambizioso sul piano della transizione ecologica, diventa particolarmente sfidante sul piano economico e sociale. La svolta approvata dall'Europarlamento avrà conseguenze per tutto il settore automotive e, in particolare, per l'industria che dovrà accelerare i tempi della sua transizione. 

L'emendamento sostenuto dal Ppe, che prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%, non è stato approvato. L'ok dell'emiciclo alla posizione negoziale degli eurodeputati sugli standard di emissioni di CO2 è arrivato con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti. 

Posti di lavoro a rischio

Il rischio denunciato dai costruttori e dai sindacati è che le conseguenze più difficili da affrontare possano arrivare sul piano dell'occupazione, non solo quella diretta delle case automobilistica, ma anche quelle di un indotto che verrebbe in buona parte dismesso.

L'Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, è intervenuta duramente già a dicembre 2021, quando la proposta della Commissione è stata resa nota, e dopo che al Comitato interministeriale per la Transizione ecologica (Cite) erano state definite le tempistiche di sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna, decidendo, in linea con la maggior parte dei paesi avanzati, che il phase out delle automobili nuove con motore a combustione interna dovrà avvenire entro il 2035.

Anfia citava in quell'occasione la Clepa, l’Associazione europea della componentistica, che in uno studio quantificava i danni, occupazionali ed economici, derivanti dalla messa al bando dei motori a combustione interna al 2035 e evidenziava che l’Italia rischia di perdere, al 2040, circa 73.000 posti di lavoro, di cui 67.000 già nel periodo 2025-2030.

Salvi i piccoli produttori 

Approvato l'emendamento bipartisan 'salva Motor Valley' firmato da eurodeputati italiani di tutti gli schieramenti per prolungare la deroga alle regole Ue sugli standard di emissione della CO2 di cui già oggi beneficiano i produttori di nicchia.

La plenaria dell'Europarlamento ha dato l'ok al prolungamento dal 2030 fino al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l'anno) e furgoni (da 1000 a 22mila). L'emendamento era stato presentato con il chiaro obiettivo di salvaguardare la produzione di supercar nella motor valley dell'Emilia-Romagna