È il 21 febbraio 2020. Mattia Maestri, 38 anni, sportivo, manager, da qualche giorno ricoverato in ospedale, è il primo paziente italiano positivo al coronavirus. Il Comune di Codogno chiude bar e ristoranti e in meno di 72 ore viene isolata, l’Esercito la circonda e viene dichiarata la prima zona rossa in Italia. Oggi, a un anno di distanza, Codogno proverà a rinascere dal memoriale dedicato alle vittime. Un anno che resterà per sempre impresso nella memoria collettiva e nella storia del Paese.

È il 27 febbraio 2020. Il coronavirus si diffonde implacabilmente su tutte le regioni del Nord. Il governo chiude scuole, ristoranti, negozi, musei. Ma non basta. Si raccomanda l'uso delle mascherine chirurgiche per uscire di casa ma sono esaurite. Le file chilometriche ai supermecati, anche di notte, in quelli che fanno orario continuato, dove scaffali di verdura e acqua che si svuotano rapidamente. Il virus bussa alla porta del governatore lombardo, Attilio Fontana: la sua segretaria è positiva al Covid, il presidente deve isolarsi, partono le prime polemiche sulle mascherine.

È 4 marzo 2020. È chiaro che l’epidemia è fuori controllo. Arriva un nuovo Dpcm: le scuole chiudono i battenti in tutta la penisola (riapriranno solo 9 mesi dopo), e con quelle anche gli stadi.

È l'8 marzo 2020. Il coronavirus viaggia ormai incontrollato e miete vittime senza che si riesca a fermarlo. I contagi si diffondono rapidamente a Brescia, a Bergamo. Nella città amministrata da Giorgio Gori le immagini con le bare portate via dall’Esercito fanno il giro del mondo. Non ci sono posti negli ospedali, per le strade si sente solo la sirena delle ambulanze, le terapie intensive saranno, da lì a poco, sature. Il virus circola in tutto il Paese. L’8 marzo il Governo istituisce la zona rossa in Lombardia , assieme ad alcune province del Veneto.

È il 9 marzo 2020. Si stabilisce che le misure restrittive verranno allargate all'intero Paese, che diventa una gigantesca zona rossa.

È l'11 marzo 2020. È il giorno del lockdown, annunciato da un discorso di Conte in tv: non si può uscire se non con una "autocertificazione", per motivi di lavoro, di salute o per fare la spesa. Tutto il resto è chiuso: negozi, scuole, ristoranti, eventi pubblici di ogni tipo.