«In due mesi oltre il 50% degli europei sarà stato contagiato da Omicron». È quanto sostiene l’Organizzazione mondiale della sanità, preoccupata dall’aumento esponenziale dei contagi e dall’alta capacità di diffusione della nuova variante del virus che provoca il Covid. L’ufficio europeo dell’Oms ha dunque stimato che oltre la metà degli europei potrebbe essere colpita entro le prossime sei-otto settimane. Il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, ha sottolineato che questa variante può infettare anche persone che sono state precedentemente malate o vaccinate, ma ha rimarcato l’importanza di mantenere la didattica in presenza, perché «le scuole dovrebbero essere gli ultimi posti a chiudere e i primi a riaprire».

Sempre dall’Oms viene poi l’auspicio del veloce sviluppo di vaccini capaci di offrire copertura efficace contro la variante Omicron. In particolare, gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità affermano che, alla luce di nuove varianti, non è utile continuare ad effettuare richiami con i vaccini già esistenti. «Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti dei vaccini attuali ha poche possibilità di essere appropriata o sostenibile»

«In attesa che questi nuovi vaccini siano disponibili, occorrerà forse aggiornare la composizione degli attuali vaccini anti-Covid, al fine di garantire che continuino a fornire il livello di protezione raccomandato dall'Oms contro l'infezione e la malattia causata dalle varianti, aggiungono gli esperti.

Dal canto suo, l'Agenzia europea del farmaco (Ema) indirettamente conferma questo orientamento affermando che non c’è al momento alcun elemento a sostegno di un secondo booster: «Sta emergendo una discussione sulla possibilità di somministrare una seconda dose booster con gli stessi vaccini attualmente in uso: non sono ancora stati generati dati a sostegno di questo approccio». Lo ha detto il capo della strategia vaccinale dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), Marco Cavaleri, in conferenza stampa. «Se l'uso dei richiami potrebbe essere considerato parte di un piano di emergenza, vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine», ha evidenziato.

La Omicron «sta diventando rapidamente la variante dominante» e «sembra causare un'infezione meno grave ma servono altri dati», ha continuato Cavaleri, aggiungendo che però la nuova variante è «un potenziale fardello per gli ospedali» per questo «non è da sottovalutare».
L'ok dell'Agenzia europea del farmaco ai vaccini adattati per fare fronte alla variante Omicron potrebbe arrivare tra aprile maggio.