Dal monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute emergono dati in miglioramento. Scende anche l'incidenza: da 962 passa a 672 ogni 100mila abitanti (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ancora in discesa i parametri epidemiologici in Italia. Secondo quanto emerge dal monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, infatti, sono in calo indice Rt e incidenza. Continua anche la riduzione dei pazienti Covid negli ospedali.
Indice Rt e incidenza in calo
In particolare, l'indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici, nel periodo 26 gennaio-8 febbraio, è pari a 0,77 (range 0,72–0,88), in diminuzione rispetto alla settimana precedente (0,89) e al di sotto della soglia epidemica. Stesso andamento in calo - si legge nel report - per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero, che si attesta a 0,79 (0,78-0,81) all'8 febbraio rispetto allo 0,86 (0,85-0,88) del 1 febbraio.
Per quanto riguarda l’incidenza, si attesta questa settimana a 672 ogni 100.000 abitanti, rispetto ai 962 ogni 100.000 abitanti della settimana scorsa. I livelli più alti si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (con 1061,2 casi per 100mila abitanti) e nelle Marche (con 1025,8 casi per 100mila); quelli più bassi si rilevano invece in Valle d'Aosta (con 328,5) e Lombardia (con 408,2).
Calabria al terzo posto per occupazione ospedali
Il tasso di occupazione in terapia intensiva, da parte di pazienti Covid-19, in Italia scende al 10,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 17 febbraio) rispetto al 13,4% del 10 febbraio. In calo anche il tasso di occupazione dei posti letto Covid in aree mediche a livello nazionale che si attesta al 22,2% rispetto al 26,5% del 10 febbraio.
La maggiore occupazione di letti per pazienti Covid nei reparti di area medica si registra questa settimana in Abruzzo (al 34%), Sicilia (32,8%) e Calabria (31,9%). La maggiore occupazione per pazienti Covid nelle terapie intensive è invece rilevata in Lazio (13,9%), Provincia autonoma di Trento (13,3%) e Calabria (13,2%).
Due regioni a rischio alto
Sempre secondo il monitoraggio di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, sono due le regioni classificate a rischio alto, a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati. Cinque regioni sono classificate poi a rischio moderato e le restanti a rischio basso.