Così Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute: «Non possiamo prenderla a cuor leggero»
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«In questi due mesi dalla ripresa dell'attività dopo la pausa estiva abbiamo avuto una ripresa dell'epidemia imponente. Oggi abbiamo dei dati in qualche misura contrastanti, in quanto i positivi sono 14.844. Ieri erano circa 12mila ma erano stati fatti meno tamponi. Oggi i tamponi eseguiti sono 164.431. Oggi, quindi, siamo sotto il 10% per quanto riguarda il livello di positività».
Lo ha sottolineato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, durante la conferenza stampa sull'analisi della situazione epidemiologica di Covid-19 in Italia. Registriamo, continua Rezza un «-92 in terapia intensiva e -400 in area medica. Numeri che sembrerebbero indicare un trend in graduale, leggero, miglioramento. Ma il dato dei morti è molto elevato, siamo ad 846 decessi. Ieri erano 491. Queste fluttuazioni sono dovute anche a problemi di segnalazione più o meno tempestiva dei decessi. Ma il dato è drammatico. E questo significa che il numero di persone che si è infettato è veramente molto elevato: in questi due mesi dalla ripresa dell'attività dopo la pausa estiva abbiamo avuto una ripresa dell'epidemia imponente».
«Siamo ancora sopra la soglia critica per l'occupazione dei posti in terapia intensiva e i ricoveri di area medica», ha aggiunto Rezza, continuando: «La riapertura delle scuole è un traguardo che molti auspicano possa verificarsi il prima possibile, magari con la ripresa delle attività dopo le feste natalizie. Credo che però sia ancora presto per dire se potremo o non potremo riaprire completamente le scuole, con una didattica in presenza anche per quanto riguarda le superiori»
«Contiamo quasi 900 morti, non possiamo prenderla a cuor leggero. Se ne avessimo 1.550 perché magari si prende alcun provvedimento, alla fine saremo costretti a fare il lockdown. È quello che assolutamente si vuole evitare, perché si hanno a cuore i singoli, le famiglie e l'economia di questo Paese», ha sottolineato ancora Gianni Rezza. «Se i sacrifici» chiesti ora «verranno ripagati dal fatto che non sarà necessario un lockdown - prosegue - è importante farli».