Ad annunciarlo il presidente della Regione Vincenzo De Luca: «Si chiude tutto, si interrompono mobilità e attività per contenere l'ondata di contagio»
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Coprifuoco dalle ore 23 in Campania già a partire da venerdì 23 ottobre. Ad annunciarlo il presidente della Regione Vincenzo De Luca, oggi in visita al Covid Residence per i positivi asintomatici all'Ospedale del Mare a Napoli.
«Volevamo partire dall'ultimo week end di ottobre ma partiamo ora - ha dichiarato il governatore - Si interrompono le attività e la mobilità per contenere l'onda di contagio. Alle 23 da venerdì si chiude tutto anche in Campania come si è chiesto anche in Lombardia», ha aggiunto.
«Abbiamo chiesto alla Protezione civile 600 medici e 800 infermieri. Ad oggi - continua De Luca - abbiamo avuto l'assicurazione che invieranno 50 medici e 100 infermieri. Quindi siamo clamorosamente al di sotto delle esigenze minime poste dalla regione Campania. Ad oggi, però, non è arrivato nessuno. Vedremo nei prossimi giorni chi arriva, per il resto faremo miracoli per reperire da altri reparti gli anestesisti che saranno necessari».
Decisione, quella di De Luca, appoggiata anche Bruno Zuccarelli, vicepresidente dell'Ordine dei medici di Napoli, che lancia un allarme: «Non dimentichiamo che questa è una guerra e anche se al momento ci sembra che le cose vadano ancora benino, far finta che non lo sia ci porterebbe al disastro. Le notizie che arrivano dagli ospedali - aggiunge - mi preoccupano molto. Una delle prime lezioni che mi sono state impartite in gioventù è stata che girare la testa dall'altra parte non serve a nulla, le malattie è bene scovarle sul nascere e affrontarle di petto. Per questo è bene dircelo fuori dai denti, la Campania è malata. Napoli è malata».
Il vicepresidente lancia pure un monito alla popolazione: «Non rendiamo vana la sofferenza dei mesi scorsi, altrimenti - ribadisce Zuccarelli - molto presto saremo costretti a vedere sfilate di carri militari impegnati a trasportare altrove le bare dei nostri cari. Il Covid non lascia seconde occasioni, i nostri medici lo sanno bene. Loro che hanno sacrificato tutto per restare al fianco dei pazienti anche quando farlo significava rischiare quasi certamente la vita. Anche per non rendere vani questi sacrifici estremi, ora dobbiamo stringere i denti e dare l'esempio. Non sarà facile, ma se ciascuno farà la propria parte sarà possibile».