Il ministro dell'Interno ha incontrato oggi i sindacati e ha ribadito di «condividere pienamente» le parole del Presidente Mattarella. «Inaccettabile l'attacco alle forze di polizia per finalità di natura politico-elettorale»
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Durante la riunione di oggi al Viminale con i vertici delle organizzazioni sindacali confederali, a quanto si apprende da fonti del ministero, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha espresso la «massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia». Gli uomini e le donne in divisa, ha aggiunto, sono «servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità». Parole che arrivano a pochi giorni dagli episodi di Pisa e Firenze, dove dove durante le manifestazione pro Palestina si sono registrate cariche della polizia contro gli studenti scesi in piazza. Diversi i feriti tra cui alcuni minorenni.
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«Siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell'ordine pubblico», ha detto il ministro Matteo Piantedosi durante la riunione di oggi con i vertici dei sindacati confederali. Peraltro, ha ricordato, «negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi». Intanto, su quanto accaduto a Pisa, oggi è il giorno dell'avvio formale degli accertamenti preliminari per dare sostanza al fascicolo d'indagine aperto in Procura contro ignoti e per ora senza ipotesi di reato per fare chiarezza sulle cariche della polizia di venerdì scorso.
«Sono del tutto inaccettabili, perché false e strumentali, le polemiche sollevate contro il governo - ha aggiunto Piantedosi - con l'obiettivo di accreditare nell'opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero. Ed è ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia».
«Dati smentiscono contrazione della libertà di manifestare»
«Il governo fin dall'inizio israeliano-palestinese ha assicurato la piena libertà di manifestare a tutte le parti, sostenendo un rilevantissimo sforzo in termini di gestione dell'ordine pubblico. Basti pensare che dal 7 ottobre scorso su tutto il territorio nazionale si sono svolte 1.076 iniziative e che soltanto in 33 occasioni si sono registrate criticità», ha detto il numero uno del Viminale. Più in generale, «nel corso del 2023 sono state 11.219 le manifestazioni, con 969.970 operatori di polizia impegnati. Dal primo gennaio sono state 2.538 le manifestazioni, solo l'1,5% con criticità o turbative di ordine pubblico, con 150.388 operatori impegnati. Questi dati smentiscono in maniera inequivocabile una presunta contrazione della libertà di manifestazione in Italia. Peraltro, per il personale in divisa, tutto questo rappresenta un impegno quotidiano rischioso tanto che, nel 2023, nel corso delle manifestazioni pubbliche, si sono registrati 120 feriti, 31 già quest'anno». Rispetto a chi ha inteso collegare a questo tema quello dell'aumento delle identificazioni, Piantedosi ha osservato che l'incremento è avvenuto anche in virtù delle "operazioni ad alto impatto" (548.564 identificazioni) e nel generale rafforzamento del territorio, «attività invocate dai cittadini e dagli amministratori locali perché hanno subito prodotto risultati tangibili».
«Condivido le parole di Mattarella»
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, durante l'incontro con i sindacati ha ribadito di «condividere pienamente le parole del presidente Mattarella».
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Anche il titolare del Viminale è convinto che «l'autorevolezza delle forze di Polizia non si nutre dell'uso della forza ma affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana». E «condivido - ha aggiunto - anche l'altro richiamo precedente del Presidente contro la intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese».