Interrotto il rapporto con la società esterna che stava eseguendo i lavori lungo la tratta dove ha avuto origine il guasto, al quale secondo Rete ferroviaria italiana è seguita «una serie di malfunzionamenti». L'esperto: «Problema più grave delle altre volte, non può essere andata così»
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È tornata regolare la circolazione dei treni sulla rete ferroviaria nazionale all'indomani dei disagi causati da un guasto nel nodo di Roma tra la stazione Termini e la stazione Tiburtina. «In questo momento la circolazione si svolge regolarmente su tutta la rete ferroviaria nazionale», si legge nelle notizie sull'infomobilità sul sito di Trenitalia dove si precisa anche che «eventuali ritardi registrati si riferiscono a precedenti inconvenienti già risolti».
Italia bloccata per colpa di un chiodo
Ieri migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati in attesa di un treno che spesso non è mai arrivato. Ritardi di ore e cancellazioni si sono susseguite per tutta la giornata. A determinare il caos, ha spiegato in serata il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, è stato un chiodo: «C'è stato un errore di un'impresa privata che ha piantato un chiodo su un cavo e il tempo di reazione di fronte a questo errore, e conto che il privato ne risponda, non è stato all'altezza di quella che la seconda potenza d'Europa deve avere».
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Sospeso contratto con la ditta
«È stata sospesa qualsiasi attività tra RFI e la ditta intervenuta sulla tratta ferroviaria Parco Prenestino - Roma Termini, dove si è verificato un danno alla linea con conseguenze sulla circolazione dei treni. La firma è avvenuta in questi minuti, dopo le necessarie verifiche. Il vicepremier e ministro, Matteo Salvini, aveva espresso fin da subito l'esigenza di verificare l'accaduto per accertare eventuali responsabilità e agire di conseguenza». Lo fa sapere questa mattina il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’ad di Rfi: «Catena di anomalie»
«Come premessa ci tengo a dire che è doveroso scusarsi per i disagi della giornata. C'è stato un guasto a una cabina elettrica che alimenta gli impianti di circolazione all'interno del nodo di Roma, tutto è capitato intorno alle 6.30 del mattino rendendo impossibile l'utilizzo degli impianti delle stazioni di Roma Termini e di Roma Tiburtina. Il guasto è stato provocato da alcuni lavori notturni effettuati da un'azienda esterna al gruppo Ferrovie, un'attività svolta in modo non corretto che ha danneggiato un cavo e compromesso il funzionamento dell'alimentazione elettrica di una cabina». Queste le parole di Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, in un'intervista a Il Corriere della Sera dopo i forti disagi sulla circolazione ferroviaria di ieri dovuti a una disconnessione degli impianti di Roma Termini e Roma Tiburtina.
«Ma a quel punto - prosegue Strisciuglio - si è aggiunto il malfunzionamento della stessa cabina, anziché intervenire il sistema di alimentazione alternativo è scattata la messa in sicurezza dell'operatività, scollegando tutto. Una serie di malfunzionamenti, ma originati dal danno sulla linea elettrica causato dalla ditta esterna».
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L'ad di Rfi assicura che «ci siamo subito attivati con tutte le verifiche, ma il primo responso attribuisce in maniera chiara la responsabilità al danno sul cavo come causa principale dell'interruzione del servizio». «Ribadiamo la massima attenzione e l'avvio di un'attività di verifica e di indagine interna che determinerà delle responsabilità davanti alle quali prenderemo dei provvedimenti. Non possiamo accettare questo tipo di malfunzionamenti», conclude Strisciuglio.
La storia del chiodo non convince l'esperto
«Il problema è stato molto più grave dei casi precedenti. E le cause non sembrano persuasive». La storia del chiodo non convince Ugo Arrigo, professore di Economia politica all’Università Bicocca ed ex consulente sui trasporti. «Può anche darsi, ma un sistema così delicato non può essere interrotto da questo. Ad esempio, la manutenzione data all’esterno è un problema perché si perdono competenze», dice a Repubblica. «Bisogna adeguare la rete e ridurre le esternalizzazioni». Alla domanda su perché tanti guasti, ha spiegato: «Una delle ragioni è il successo dell’alta velocità in rapporto all’infrastruttura esistente che attira più traffico di quello che si era stimato con il progetto. La concorrenza Italo-Frecciarossa comporta un uso altissimo di una rete che è limitata come chilometri e interconnessa con quella normale. Questo facilita i guasti». Se ne esce «non tagliando i treni, ma adeguando la rete con opere e manutenzioni e investendo dove c’è più domanda».