L’imprenditore del lusso ha partecipato all’assemblea di Federalberghi a Capri tornando a cavalcare alcuni suoi cavalli di battaglia. Bocciato anche il reddito di cittadinanza: «È una ca…»
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Non a caso il sito di Roberto D’Agostino, Dagospia, da tempo l’ha ribattezzato “bullonaire”, parafrasando il nome del suo locale per Vip in Sardegna, il Billionarie. Flavio Briatore è tornato a fare il “bullo” durante l’assemblea di Federalberghi a Capri, dove ha battuto sul tasto che pigia più spesso: l’insofferenza dell’Italia per i ricchi e la mancanza di servizi adeguati per i turisti più facoltosi.
«L’Italia – avrebbe detto l’imprenditore, secondo quanto riporta il Giornale - è un Paese comunista che vorrebbe tutti sfigati, un Paese dove vince la gelosia per i ricchi».
«Se vuoi i turisti ricchi – ha continuato - devi dargli un’accoglienza adeguata. Ma qui se crei corsie preferenziali e qualcuno passa avanti, tutti si arrabbiano perché è un Paese che non ama i ricchi. Bisogna farla finita con il parlare di turismo da ricchi, bisogna parlare di chi spende, perché un ricco che non spende è come un povero».
A sostegno della sua tesi, l’imprenditore del lusso ha fatto l’esempio di nuovi investimenti che si appresta a fare a Montecarlo: «Tra una settimana – riporta ancora il Giornale - noi e un altro gruppo apriamo due nuove spiagge a Monaco per spingere gli yacht ad allungare i tempi di permanenza. Perché a Monaco ci sono i presupposti per fare bene business, essendo rispettati, pagando il giusto, avendo le infrastrutture». Briatore batte molto anche sull'assenza di porti turistici e la lentezza delle procedure aeroportuali. «Da noi abbiamo perle come Capri e la Sardegna, dove l' ex governatore Soru ha fatto un ottimo lavoro, ma a favore della Corsica, ha fatto scappare via tutte le barche».
Restando in tema di soldi, Briatore ha bocciato anche il reddito di cittadinanza («È una ca...») e il salario minimo. «Ci vorrebbero dei contratti stagionali e noi sostituirci al Governo: se il governo dà a un dipendente 700 euro di reddito di cittadinanza per non far niente, bisognerebbe che dessero la possibilità agli imprenditori di pagare la stessa cifra, gestire il lavoratore per aiutarlo a crescere e poi, se è bravo, dargli un contratto a tempo indeterminato».
«Siamo un Paese – ha aggiunto - che vive sempre sulle sussistenze ma per vivere di sussistenza devi pagare e i soldi non ce l'hanno... La gente ha bisogno di lavorare, i ragazzi vogliono lavorare. Abbiamo un carico fiscale impossibile». E sul salario minimo: «Creiamo posti di lavoro prima di dare tutte queste garanzie minime e massime alla gente che poi si disinvoglia. Anche qualcuno che ha la voglia di fare…».