Alla fine, con un colpo di teatro, lo ha letto lei il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, censurato dalla Rai (che nega però motivi “editoriali”). Questa sera la giornalista Serena Bortone, autrice e conduttrice del programma CheSarà, su Rai Tre, ha fatto la cosa più scontata eppure meno prevista: leggere il testo che lo scrittore di “M., il figlio del secolo” (dove M. sta per Mussolini), premio Strega 2019, aveva scritto per andare in onda stasera in vista della Festa della liberazione dal nazifascismo che si celebra il 25 aprile.

Sempre lei, Bortone, aveva denunciato questa mattina sui social la cancellazione del monologo da parte della dirigenza della Tv di Stato, aprendo un caso che sta montando ora dopo ora, con la Rai meloniana accusata di censura. Tanto che anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta personalmente con un altro colpo di scena: pubblicare sul suo profilo Facebook il monologo che la Rai ha bloccato a 24 ore dalla messa in onda. «In un'Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso – ha scritto la leader di Fdi su Facebook -. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare)».

Una mossa spiazzante quanto quella di questa sera di Bortone, che ha così sfidato la sua azienda leggendo il testo ormai diventato virale sui social da quando il sole era alto. Dall'omicidio di Matteotti a Marzabotto, Scurati definisce il fascismo «un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista» e punta il dito contro la stessa Meloni, che «ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo" in occasione del 25 aprile 2023)». La chiusura del testo, declamato questa sera da Bortone nei panni di Scurati, è una linea rossa tracciata davanti ai piedi della presidente del Consiglio: «Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana».