VIDEO | Dibattito serrato nella puntata del talk politico di Antonella Grippo anche con i giornalisti Bassi e Ricucci. Poi la dichiarazione d’amore del deputato del Carroccio: «Il vecchio centrodestra impediva ai giovani politici del Sud di emergere, il merito di Salvini è aver dato questa possibilità»
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È un inno al Sud ad alzare il sipario sul salotto televisivo più caldo del piccolo schermo. Sullo sfondo del quadretto messo in piedi da Renzo Arbore in un Sanremo d’annata, è la voce di Pietra Montecorvino a ripetere che “Nuie simm d’o sud”, quasi ad introdurre il tema caldo del regionalismo differenziato, che poi ha ispirato il titolo della puntata numero 24 di Perfidia: “Calderoli&friends”.
Antonella Grippo, oltre la solita satira pungente e irriverente di Enzo Filia, ha bisogno di schierare l’artiglieria pesante per contrastare l’offensiva dell’Ariston, e non tradisce le attese. Il suo parterre né occupato dagli editorialisti Augusto Bassi ed Emanuele Ricucci (Libero), il deputato leghista Domenico Furgiuele, Orlandino Greco (Italia del Meridione). In collegamento anche Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra in Lombardia.
La trasmissione scivola via anche grazie ai preziosi contributi, resi a Perfidia, da Attilio Fontana (presidente Regione Lombardia), Roberto Formigoni (politico), Michele Emiliano (presidente Regione Puglia), l'ex ministra Maria Stella Gelmini e il giurista Sabino Cassese.
Fuor di burocratese, il sempre provocatorio Augusto Bassi sentenzia: «Se parliamo di amministrazione io la penso come Fabrizio De André, cioè da cittadino voglio essere più vicino possibile al governo, e con lo Stato il più possibile fuori dai coglioni». E poi, quando il discorso si focalizza sulla necessaria uguaglianza tra le Regioni e tra i cittadini di parti diverse del Paese, accende le polveri: «In Emilia Romagna, dove risiedo, versiamo 2.800 euro all'anno alle casse pubbliche, mentre uno della Sicilia ne riceve 3.000. Questo è il residuo fiscale pro capite. Siamo quindi sicuri di volere l'uguaglianza?»
Il deputato Domenico Furgiuele non trova una piega nel disegno di legge Calderoli, anzi, sottolinea che «qui non si va ad inventare nulla di nuovo. Si va ad attuare attraverso un ddl l'articolo 116 comma terzo previsto nella Costituzione. Il cittadino ha bisogno In un certo qual modo di rapportarsi a quelle istituzioni che sono più prossime a se stesso. Quella di Calderoli è una proposta che è stata modificata in diversi passaggi. Il riferimento alla spesa storica per l'individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni è stato superato».
Per lui attuare l’articolo 116 della Costituzione attraverso un decreto legge è un modo per far partecipare le Camere al processo, garantendo così le loro prerogative. Ma di una cosa si dice certo il deputato leghista: «Ci sarà un anno di tempo per definire i Lep. Li definirà una cabina di regia, e l’attuazione dell’articolo 116 avverrà solo dopo la loro definizione». Per quanto riguarda le risorse necessarie, Furgiuele indica un articolo inserito nella Legge di Bilancio che collega il percorso dell’autonomia alle risorse statali e al Mef».
Orlandino Greco (Italia del Meridione), che è un detrattore totale del disegno di Calderoli e della Lega, la prende con filosofia ribadendo la sua contrarietà e affermando che la definizione di autonomia differenziata da parte di Furgiuele è quella dell'esaltazione del paradosso: «Invece di discutere come eliminare i divari esistenti, noi oggi stiamo discutendo di come amplificare i divari tra posti che rappresentano spaccati diversi di una stessa nazione. Furgiuele sa bene che la Carta Costituzionale nessuno l’ha messa in discussione». Greco insiste quindi sul fattore economico della riforma: «Nessuno mette in discussione gli articoli 116, 117 e 119, nessuno ha paura e vuole mettere in discussione l'autonomia differenziata. Noi siamo i figli di Pitagora, non abbiamo certo paura di metterci in competizione con i figli di Alberto da Giussano, abbiamo una storia millenaria. Il tema non è discutere sulla Costituzione, che non viene minimamente modificata, perché voi fate un decreto legge che è cosa diversa. Il problema sono i soldi per finanziare I Lep e i soldi per finanziare la perequazione che da 22 anni non sono stati trovati».
E tuttavia a finire sul banco degli imputati per Greco è la classe politica meridionale incapace di dimostrare una buona amministrazione.
L’editorialista di Libero, Emanuele Ricucci si occupa del tema alla sua maniera, «blasfema» per dirla con la Grippo: «Io voglio l’autonomia differenziata e voglio che il Sud sia ancora più Sud, tanto – dice sarcastico – dopo che san Luigi Di Maio ha abolito la povertà siamo tutti uguali, e poveri».
Furgiuele: «Ho scelto la Lega perché ha dato ai giovani la possibilità di crescere». «Ho scelto la Lega per due motivi: uno è che la classe dirigente di centrodestra calabrese, della mia era aveva messo un veto rispetto ai giovani. La mia formazione politica collimava invece con la formazione tradizionalista di un partito come la Lega di allora. Salvini ha dato la possibilità alla classe politica giovane del Sud che ha voluto fare un percorso di crescere».
Così il deputato del carroccio Furgiuele risponde ad una domanda affilata di Orlandino Greco che ha contestato la natura territoriale della Lega di cui parla Furgiuele - «La Lega ha commissariato le regioni del Sud con gente che veniva da Modena», dice – ma il deputato insiste: «L’adesione al progetto della Lega è legata anche alla consapevolezza che questa regione ha delle potenzialità non sfruttate che possono dare una vita migliore ai cittadini».
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