VIDEO | Nel corso dell’ultima puntata della trasmissione di Antonella Grippo, ha offerto una sua riflessione sul drammatico naufragio e sulle responsabilità politiche: «Non capite quello che sta succedendo: esseri umani che sfuggono la certezza della morte assumendo il rischio della morte»
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Il monologo della scrittrice Ginevra Bompiani nel corso della puntata di Perfidia dedicata alla strage di migranti a Cutro e al Consiglio dei ministri in Calabria.
di Ginevra Bompiani
“Guardatemi negli occhi”, dice la Signora Meloni, “e ditemi se pensate davvero che non volevamo salvare quelle persone”.
Guardandola negli occhi, Sì, lo pensiamo davvero. E siamo in molti a pensare che le sue leggi contro le Ong, la sua protezione delle frontiere producono e produrranno centinaia e centinaia di morti. E ogni volta dovremo sorbirci queste lacrime di coccodrillo? Tutte le vostre dichiarazioni dimostrano che non sapete o non capite quello che sta succedendo, e vi buttate a capofitto come tante falene a difendere un confine immaginario dai corpi reali che vi si arenano.
Come dice la preside Savino, chi decanta il valore delle frontiere continuando ad alzare i muri, va lasciato solo. Voi parlate come se davvero credeste che chi si imbarca sul Mediterraneo lo faccia come in una cauta gita di piacere, attratto dalle bellezze italiane. E invece è una valanga di uomini, donne e bambini che sfuggono la certezza della morte assumendo il rischio della morte, che è un male minore. Ma le valanghe non si fermano, Signora Meloni, e ci travolgeranno, finché non avremo finalmente pensato a politiche completamente diverse, che rendano questi viaggi meno necessari e più affrontabili. E a questo proposito sarebbe bene che smetteste, nella vostra smania punitiva e nell’affannosa ricerca di capri espiatori, di confondere gli scafisti con i trafficanti, errore che non fa Papa Francesco.
Soprattutto da qualche tempo, i trafficanti sono diventati una grande mafia internazionale, sicuramente aiutata dalla tacita complicità dei Paesi che noi paghiamo perché trattengano i viaggiatori e che minacciano, per spillarci altri soldi, di rovesciarci addosso tutti quei poveretti che trattengono in prigioni disumane, pagate da noi sotto ricatto. Turchia e Libia, per esempio.
Mentre gli scafisti, sono con ogni probabilità, persone buttate in mare con i migranti per qualche soldo o per un viaggio gratis. Le loro barche sono fatte per arenarsi e il loro destino è quello di mescolarsi o scappare, quando hanno la fortuna di non affogare con gli altri.
La lotta che dovreste fare è contro le persone che restano a terra, le organizzazioni a grande scopo di lucro, invece che contro le Ong. Ma dovrete allora cambiare i rapporti con i Paesi che le ospitano.
Fonti attendibili, perché dirette, mi dicono che gli scafisti stanno di solito nascosti sottocoperta, minacciati dagli altri migranti che li picchiano se non guidano le barche. Il loro guadagno è un viaggio gratis, i loro rischi sono gli stessi: morire affogati. Ma pensate davvero che persone che prendono 800 dollari a ciascuno di 200 viaggiatori se li vadano a rischiare sulle carrette del mare? Francamente non so se preferisco pensarvi ipocriti o ingenui, ma nei due casi siete pericolosi, nei due casi inadeguati. E non serve certo un Consiglio dei ministri a Cutro per rassicurarci.