«Non occorre più sprecare tempo: oggi più che mai l’accesso ai fondi europei rappresenta per i piccoli imprenditori un’opportunità da non perdere, un’occasione per poter realizzare progetti imprenditoriali virtuosi con una ricaduta sul territorio non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e occupazionale.  Importante incontro questa sera con Rosa D’Amato, eurodeputata del M5S componente della commissione sviluppo regionale, finalmente la politica è attiva sul territorio tramite un collegamento diretto tra governo nazionale e governo dell’Europa. In questo periodo c’è un gran bisogno di attivare queste relazioni e io lo faccio con una presenza costante in Calabria dove aprirò a settembre uno sportello sui fondi europei non solo per pubblicizzare i bandi tramite un collegamento diretto con Rosa D’Amato ma anche per dare un supporto e un accompagnamento a tutti i cittadini, le imprese e gli enti locali che vorranno usufruire di questo servizio completamente gratuito. La responsabilità di tale spreco è solo dell’informazione (che non c’è) e dell’impreparazione. L’Ue, ogni sette anni predispone un programma di finanziamenti per lo sviluppo in vari settori: salute, tecnologia, agricoltura, imprenditoria giovanile, start up, e così via. Si tratta in sostanza di contributi a fondo perduto assegnati dal Consiglio dell’Unione ai progetti operativi ritenuti meritevoli». Lo dice Silvia Vono, senatrice del M5S che ha organizzato un incontro sulla pianificazione e progettazione dei fondi di coesione per il Sud.

 

 Hanno partecipato Innocenza Giannuzzi presidente del consorzio Blu Calabria, Giuseppe Mazzei segretario provinciale Cisal di Catanzaro, Enrico Mazza presidente cda Mondo Impresa Azienda che ha dato qualche anticipazione sulla presentazione del report "Resto al Sud" che verrà fatta nei prossimi giorni: «Partendo dai dati numerici delle otto regioni del Sud ma con un focus particolare alla Calabria – dice Mazzei- abbiamo cercato di capire quali siano le criticità. Inutile dire che le aspettative di questa misura erano altissime ma nei primi 15 mesi, la spesa è stata meno della metà prevista di fondi spesi. Dov’è il grosso problema nelle istruttorie per raggiungere l’esito positivo di accesso ai fondi europei? Lo spartiacque è sia il colloquio che la fase due del rapporto con le banche perché chiedono garanzie per la bancabilità che molti giovani, che chiedono accesso ai fondi per fare impresa, non hanno garanzie per quella impresa che devono avviare».

 

L'eurodeputata M5S Rosa D'Amato interviene dicendo che «le politiche di coesione nascono per far superare alle regioni meno sviluppate quel gap di sviluppo con quelle più sviluppate. Purtroppo tutto il mezzogiorno è una grande area meno sviluppata che seppur usufruendo di molti fondi europei che servono per sviluppo e occupazione si scontra con la molta burocrazia di Bruxelles e poi anche a livello regionale e locale. Ciò che manca è soprattutto la capacità di programmare – dice la D’Amato- progettare e far conoscere i bandi che sono a disposizione di tutte le associazioni di categorie e penso alle piccole e medie imprese ma anche alle associazioni di volontariato e agli enti locali.  Quello che dobbiamo fare è portare le informazioni sul territorio, formare progettisti per gli enti locali e i privati e realizzare regolamenti più snelli e leggeri possibili. Questa è stata un’ottima occasione per parlare, insieme alla senatrice Gelsomina Silvia Vono e ai rappresentanti di diversi consorzi e sigle sindacali, di opportunità finanziarie e agevolative e dell'importanza che rivestono gli attori locali, istituzionali e privati, nella definizione di un percorso di sviluppo». Registrato anche il contributo di Francesco Viapiana presidente area centrale Calabria Confesercenti che sottolinea l’importanza dell’incontro per evidenziare le difficoltà di accesso per gli imprenditori a questi fondi. Viapiana si sofferma sulla spesa dei fondi 2014/2020 e sulla proposta dei fondi 2021/2027. «Dei fondi previsti per il mezzogiorno fino al 2020 siamo riusciti a spendere solo il 19% su una spesa di un miliardo e mezzo già decisa, sono stati consumati solo quattrocentosedici milioni di euro. Altro errore fondamentale sono stati i tempi, dovevamo iniziare a programmare la spesa dal 2010 e abbiamo perso otto anni. Per il futuro abbiamo bisogno di creare un coordinamento che possano coinvolgere tutti gli attori di un territorio al fine di poter mettere insieme più portatori di interesse che siano pubblici e privati e fare progetti ambiziosi che possano rispondere al fabbisogno del territorio concretamente».