Il vaccino è un dovere morale per difendere sé stessi e gli altri. Soprattutto le centinaia di migliaia di medici e operatori sanitari che, nel prestare assistenza ogni giorno, rischiano la propria vita. Con quale diritto qualcuno può solo immaginare che l’esercizio del diritto alla propria autodeterminazione possa mettere in discussione la sicurezza degli altri e in alcuni casi la stessa vita? (ASCOLTA L'AUDIO)
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La campagna di vaccinazione è appena iniziata. La giornata del V-day ha riempito di speranza e fiducia milioni di cittadini europei. I governi nazionali, soprattutto il nostro, con la relativa filiera di comando fino alle Regioni, ha una grossa responsabilità sulle spalle: l’organizzazione equa della distribuzione dei vaccini e una efficiente rete di somministrazione. Bisogna fare presto e bene. In gioco c’è l’ultimo scampolo di credibilità di una nazione, credibilità, tra l’altro, già abbastanza logorata da estenuanti contrapposizioni politiche in seno alla maggioranza, con l’opposizione e tra lo Stato centrale e le Regioni.
Nelle ultime ore, il dibattito che si è aperto sulla possibilità di rendere obbligatoria o meno la vaccinazione non fa presagire nulla di buono. Questa “filosofia liberale”, o peggio, la disquisizione ideologica sulla cosiddetta “libertà di scelta”, in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, fa veramente ridere i polli.
La democrazia è il migliore sistema di convivenza dei popoli, tuttavia, in alcuni casi, l’eccessivo esercizio della libertà di autodeterminazione, rischia di diventare un mostro capace di divorare la democrazia stessa.
Il vaccino è un dovere morale per difendere sé stessi e gli altri. Soprattutto le centinaia di migliaia di medici e operatori sanitari che, nel prestare assistenza ogni giorno, rischiano la propria vita. Con quale diritto, qualcuno, può solo immaginare, che l’esercizio del diritto alla propria autodeterminazione possa mettere in discussione la sicurezza degli altri e, in alcuni casi, la stessa vita?
Se qualcuno intende avvalersi di un tale “diritto”, dovrebbe anche avere l’onestà etica e morale, di rinunciare all’assistenza sanitaria universale di tipo gratuito. Il contesto in cui viviamo e, alcuni dati inconfutabili, ci inducono a credere che l’unica scelta ragionevole da attuare sia quella della obbligatorietà delle vaccinazioni. Il resto è fuffa.
Possiamo dimenticare, infatti, i danni che hanno già fatto i no vax, per esempio, relativamente alle campagne vaccinali ordinarie, nel momento che stiamo per lanciare la più grande campagna di vaccinazione di massa della storia del Paese?
Dimenticarlo significherebbe non avere percezione della realtà. Sarebbe utile ricordare, tanto per rinfrescare la memoria a qualche filosofo liberale de’ noantri, che qualche tempo fa, i pediatri, furono costretti a lanciare i loro S.O.S., allo Stato e alle istituzioni scientifiche, ed esortarli a prendere le giuste contromisure per arginare il preoccupante calo dei vaccini, conseguenza delle devastanti campagne di disinformazione messe in atto dai cosiddetti no vax.
Basteranno dei semplici appelli per riuscire a raggiungere la soglia di percentuale necessaria per ottenere l’immunità di gregge in grado di mettere in sicurezza la popolazione? L’immunizzazione di un alto numero di persone contro una determinata malattia per un lungo arco di tempo impedisce al virus di trasmettersi, fino alla sua scomparsa definitiva se il solo ospite è l’uomo. Riusciremo a raggiungere la consapevolezza necessaria solo su base volontaria?
Il paradosso è che la campagna no-vax abbia attecchito tra i ceti scolarizzati della nostra società. Facendo scempio di dati inconfutabili: ogni minuto, nel mondo, i vaccini salvano 5 vite e, il 2020, eviteranno 25 milioni di morti. I vaccini, dunque, sono lo strumento di prevenzione più efficace nei confronti di malattie gravi e a volte mortali, e sono l’intervento medico a basso costo che, più di tutti, ha cambiato la salute dell’uomo. Eppure, questi dati oggettivi, non sono serviti neanche ai cosiddetti scolarizzati dal farsi travolgere dalle cazzate no vax. In alcuni casi, proprio gli scolarizzati, sono diventati perpetuatori della stupidità. Protagonisti attivi di questa stagione di idiozia di massa che si sta consumando sotto i nostri occhi, e che, conferma il dato allarmante del nostro paese: essere ai primi posti al mondo per analfabetismo funzionale tra diplomati e laureati (dati sull’osservatorio dell’analfabetismo).
Sulla base di queste elementari considerazioni, è plausibile che ci sia ancora qualcuno sano di mente, soprattutto dalle parti del governo, che possa realmente credere che, con una buona campagna pro vaccinazioni, si possa arrivare all’obiettivo di vaccinare il 70% degli italiani, considerato le numerose schiere di ignoranti, creduloni e cazzari di tutte le risme, pronti a seguire orde di negazionisti, complottisti, terrapiattisti, sette e gruppi di questa risma soltanto digitando un tasto su Google, piuttosto che su Youtube o Facebook?
E, d’altronde, non possiamo dimenticare che, le teorie dei no vax, abbiano trovato terreno fertile anche in una certa classe politica che in questi anni ha prosperato sul qualunquismo e sul populismo più spinto. Qualcuno si ricorderà, per esempio, le scienziaggini di Beppe Grillo quando sosteneva che il ciarlatano Di Bella curasse il cancro, che l’Aids fosse una bufala e che i vaccini fossero dannosi? E possiamo dimenticare, le deboli prese di distanza di Meloni e Salvini, qualche mese fa, dalle manifestazioni negazioniste di piazza del Popolo?
Nei prossimi mesi, dunque, si aprirà una grande partita culturale: proteggere questo grande traguardo scientifico del vaccino anti covid, dall’assalto delle orde no vax e di tanti altri teorici di filosofie tra le più strampalate, cresciute in questi anni nei sottoborghi del web. Ma siamo altresì convinti del fatto che, bisognerà ricorrere ad un qualche strumento legislativo per piegare la presunzione dell’imbecillità, oltre che la riottosità di numerosi cazzari della rete.
A questo punto, la società sana, il mondo dell’informazione illuminato, il mondo della cultura, i network editoriali e politici, gli intellettuali liberi, non possono stare a guardare alla finestra e assistere impotenti alla negazione del progresso dell’umanità e della scienza. È giunto il momento di reagire. Combattere questo moto reazionario. Bisogna erigere una cintura di sicurezza legislativa e culturale, che metta in sicurezza la campagna vaccinale, affinché non sia travolta e sconfitta dal neo oscurantismo antiscientifico, rappresentato da questi movimenti reazionari, basati sulla diffusione della paura ingiustificata priva di basi scientifiche.
Bisogna lavorare affinché a prevalere sia il buon senso e il rispetto per gli altri, soprattutto, per coloro che questa battaglia la stanno combattendo in prima linea.
Assistere alla vaccinazione dei primi operatori sanitari ha suscitato grande emozione. Vedere l’arrivo dei primi flaconi negli ospedali del Paese scortati dai militari e dalle forze dell’ordine, sentire gli applausi per coloro che volontariamente si sono sottoposti alla somministrazione, osservare la felicità, spesso, la commozione, di coloro che hanno combattuto e continuano a combattere la guerra contro il covid nelle corsie degli ospedali e negli ambulatori, non può che riempirci di orgoglio e di speranza e, in qualche modo, ci ripaga dalle amarezze determinate dalle sciocchezze che siamo costretti ad ascoltare e leggere.
I nostri sanitari hanno sofferto e soffrono le conseguenze di questa disastrosa e tragica pandemia. Inoltre, non dimentichiamolo, nei reparti covid, questi medici, infermieri, oss, sono stati, loro malgrado, i testimoni della sofferenza di tanti pazienti covid in Calabria e nel resto del paese, non sottraendosi mai, al dovere morale ed etico dal tendere la mano e dall’offrire un ultimo sguardo di tenerezza ai tanti sfortunati che, purtroppo, se ne sono andati in solitudine.
Il vaccino, oltre ad essere la luce in fondo al tunnel per tutti, è soprattutto la vittoria di migliaia di sanitari che, talvolta, esausti, non hanno mai mollato. Ciò, non può che suscitare sentimenti di gratitudine, ammirazione, orgoglio e sincera commozione verso questa categoria di lavoratori, sperando che, la peggior malattia del nostro Paese, ovvero, la memoria corta, non lasci soli questi straordinari operatori quando si tratterà di sostenerli per la conquista di un dignitoso trattamento economico.
In Calabria, per esempio, ancora non sono stati erogati dalla Regione una parte dei contributi dallo Stato destinati proprio a questi sanitari per il lavoro svolto nei mesi scorsi. Inoltre, la politica, la classe dirigente della nostra Regione e del Paese, ci auguriamo che comprenda, una volta per tutte, che oltre alle migliaia di sanitari che hanno combattuto in prima linea la pandemia, ci sono centinaia di ricercatori, precari, e con stipendi da fame, i quali, nonostante tutto, hanno lavorato giorno e notte in contatto con ricercatori e scienziati di tutto il mondo, contribuendo a regalare all’umanità, in tempi record, il vaccino che in tutta Europa hanno cominciato a somministrare nella giornata del V-Day.
La vittoria della scienza sul neo oscurantismo la dobbiamo a queste straordinarie persone, ai nostri figli, a tutti quei ragazzi che hanno rinunciato in questi mesi al sacrosanto diritto all’istruzione, a tutte quelle aziende in sofferenza e, soprattutto, a coloro che non ce l’hanno fatta. Per una volta dimostriamo che questa nazione, questa regione, sia Madre e non Matrigna.