Lavoratori da marzo senza stipendi, un piano industriale che non c’è, il rischio forte di una messa in liquidazione: è rovente l’estate anche per il Corap, il consorzio regionale che ha in “cura” le zone industriali calabresi. Per domani il governatore Mario Oliverio ha convocato i delegati sindacali e dalla Cittadella non filtrano notizie confortanti né per le spettanze arretrate né per il futuro complessivo del super ente varato ai tempi della giunta Scopelliti. Per questo i sindacalisti rimangono abbottonati, temono infatti che sul tavolo la politica butti la carta della dissoluzione del consorzio, con le eventuali ricadute finanziarie ed operative che si possono immaginare, visto che non sarebbe stata prospettata alcuna proposta alternativa.

 

Una fine traumatica, se fosse confermata la strada della liquidazione, che arriverebbe nello scorcio finale della legislatura dopo i tanti cambi al vertice dell’ente decisi in questi 5 anni, senza mai individuare un assetto definitivo e stabile.
Intanto, il quadro sul campo offre condizioni veramente oltre ogni limite: nelle zone industriali di Vibo Valentia e Gioia Tauro ci si imbatte nel degrado, lotti industriali trasformati in discarica, segnaletica fatiscente e manutenzione stradale che fa venire in mente le zone bombardate. Codice rosso per i conti, ma anche per una mission che non è stata ben esplicitata in questi anni, come conferma il caso di un imprenditore di Crotone che in questi giorni ha annunciato l’intenzione di lasciare la Calabria, proprio per via del Corap che presenta le zone industriali con “biglietti da visita” veramente squalificanti.