Rischiano di svanire i sogni di stabilizzazione dei quasi 4mila tirocinanti distribuiti in circa 450 amministrazioni pubbliche calabresi, per mancanza di fondi.

Sono infatti passati quasi due mesi dall’ultimo roboante annuncio dell’approvazione di un emendamento nell’ambito del Decreto Milleproroghe che dava esclusivamente a Comuni della Calabria, la possibilità di assumere in deroga i tirocinanti di inclusione sociale con contratti a tempo determinato, a tempo parziale di 18 ore settimanali, della durata di 18 mesi.

Un risultato targato Forza Italia che il coordinatore regionale Francesco Cannizzaro non aveva esitato a definire una pietra miliare per la categoria dei Tis, sottolineando la sintonia con il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e il supporto del collega Giuseppe Mangialavori, presidente della Commissione Bilancio, e del deputato Giovanni Arruzzolo.

Tuttavia, dopo l’approvazione dell’emendamento, salutato con favore anche dai lavoratori, è calato il silenzio sulla dotazione finanziaria occorrente. I sindacati - Nidil Cgil, Felsa Cisl, Uil Temp e Usb Fds – in questo lasso di tempo hanno incontrato i tirocinanti per spiegare loro le difficoltà di un iter comunque complesso, arrivando ora a denunciare che manca proprio la dotazione finanziaria, valutabile in circa 60 milioni di euro annui, perché gli Enti possano procedere a concretizzare la norma che, altrimenti, rischia di restare lettera morta.

Un colpo di scena e una batosta che spegne gli entusiasmi della prima ora e che spinge oggi i sindacati ad affermare che l’unica soluzione per garantire un contratto a tutti i tirocinanti sia un intervento da parte del Governo con il riconoscimento di un contributo al quale affiancare eventualmente altre risorse da parte della Regione Calabria.

Intanto le organizzazioni dei lavoratori riproporranno l’azione sindacale nei confronti dell’Anci Calabria, e quindi della presidente Rosaria Succurro, della quale hanno apprezzato uno spirito collaborativo, mancante nelle precedenti gestioni, avvertendo che i prossimi mesi saranno decisivi per rendere accessibile a tutti gli enti utilizzatori la norma approvata, ma non rinunciando al contempo a strigliare la politica: «Continuiamo a pensare – dicono all’unisono Cgil, Cisl Uil e Usb -  che su una vertenza che coinvolge un così grande numero di famiglie calabresi non si possa pensare né a fughe in avanti solo per fini elettorali e nemmeno a facili scarica barili».

Insomma la tensione resta alta e nessuno si augura che il tema finisca nelle agende elettorali in vista delle Europee, trasformandosi così nell’ennesima promessa disattesa nei confronti dei tirocinanti.