VIDEO | A lanciare l'allarme è il segretario generale calabrese della Slc Cgil Daniele Carchidi. Il nuovo ad e il governo starebbero pensando all'ennesimo “spezzatino”
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Esuberi in vista in Tim sia a livello nazionale che calabrese. Il grido di allarme è del segretario generale della Slc Cgil Daniele Carchidi dopo l’ennesimo cambio di amministratore delegato e il nuovo “spezzatino aziendale” in vista. «In Tim – ha dichiarato il sindacalista a LaCNews24 - da pochi giorni è cambiato l’ennesimo amministratore delegato, questo comporterà scenari, cambiamenti, modifiche sugli asset industriali. Da quello che circola, visto che ancora non siamo riusciti ad incontrare il ministro Di Maio, all’orizzonte c’è l’ennesimo “spezzatino” che porterà ad una societarizzazione sia sulla rete che sulla società dei servizi».
Circa 5 mila posti di lavoro
A preoccupare è la tenuta aziendale, specie in Calabria dove i numeri sono importanti e dove il settore dei call center è uno dei pochi ad offrire ancora occupazione.
«Tra Tim e Telecontact abbiamo circa 1500 lavoratori, tra lavoratori diretti e indiretti arriviamo a 5 mila – spiega Carchidi - abbiamo serie e profonde preoccupazioni. A preoccupa è anche lo scenario industriale. Siamo l’unico paese che ha due aziende che lavorano sulla rete e che non ha più un’azienda italiana che gestisce il traffico dati telefonico».Il progetto allo studio del governo prevede che la rete resti in Tim mentre a uscire dal suo perimetro dovranno essere i servizi. Nascerebbero così due società. La prima, Tim rete, dove confluirebbero anche Open Fiber e soprattutto Cassa depositi e prestiti, che ne diventerebbe il socio di riferimento e quindi il controllore. In questo modo Di Maio e i suoi incasserebbero il risultato del controllo pubblico. La seconda, Tim servizi, sarebbe libera di stringere alleanze di peso con altre società di contenuti, come ad esempio Mediaset.