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"La tendopoli non è la risposta giusta", l'ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, rispondendo ai cronisti prima di partecipare ad una iniziativa sindacale, a Gioia Tauro, sul tema della lotta al caporalato in agricoltura. La segretaria ha visitato la struttura di San Ferdinando, colpita da un incendio domenica scorsa, affermando di essere contraria anche alla costruzione del nuovo insediamento a cui stanno lavorando la Prefettura e la Protezione civile.
Nel corso della manifestazione di piazza, un piccolo gruppo di portuali ha fischiato l'intervento del segretario comprensoriale della Cgil, Nino Costantino, che ha proseguito il suo discorso replicando ai contestatori che non sono stati allontanati dal servizio d'ordine che continua a essere massicio. A Costantino è stata contestata la scelta di firmare l'accordo che ha portato al licenziamento, nei giorni scorsi, di 380 lavoratori. Sul punto la Camusso, rispondendo ai cronisti, aveva ribadito che "non c'erano alternative a quell'intesa", criticando inoltre la scelta "di altre sigle che a Roma hanno firmato e invece a Gioia Tauro hanno preso le distanze". Riferimento chiaro alla Uil. La tensione resta alta in una piazza dell'Incontro gremita di gente, lavoratori stranieri e sindacalisti provenienti da tutta la regione.
La segretaria Camusso, dal palco, non ha parlato della vertenza dei portuali. E' stata interrotta una sola volta da una ragazza che ha urlato frasi contro i migranti. La segretaria ha ascoltato la contestazione e poi ha replicanto affermando "senza questi lavoratori (migranti, ndr) non avrebbe sulla tavola tanti prodotti agricoli per la cui raccolta sono impegnati". La prima parte della iniziativa e' finita tra gli applausi e la segretaria ha accettato di incontrare due portuali che poco prima l'avevano contestata. La giornata della Flai - Cgil , che era iniziata nella mattinata con un incontro nella vicina Polistena, finira' a sera inoltrata con un concerto dei Modena City Rambles nella stessa piazza, ancora blindata da un servizio d'ordine massiccio, teatro di una contestazione vissuta piu' sui social che dal vivo.