VIDEO | Il presidente dell’associazione di categoria Assimec, Grandinetti: «Di mezzo ci sono 30mila posti di lavoro». Tra le proposte avanzate: ristori come liquidità per bollette e fitti
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«Giusto fermarsi, ma con contributi e sostegni concreti». L’associazione di categoria degli imprenditori di matrimoni e cerimonie insorge dopo l’ultimo dpcm che annulla gli eventi. «Ci stavamo rialzando e stavamo recuperando terreno dopo lo stop della scorsa primavera – spiegano- non possiamo essere nuovamente abbandonati».
Francesco Grandinetti, presidente regionale Assimec, associazione Imprenditori del matrimonio e della cerimonia, ad una manciata di giorni dal nuovo dpcm che stringe ulteriormente i lacci intorno a chi lavora in questo settore affronta di petto l’argomento. Parliamo di uno dei pochi settori a non avere, ante Covid, risentito della crisi e che già con il primo lockdown era stato gambizzato. Poi negli ultimi mesi la rincorsa, con i futuri sposi decisi a convolare a nozze ad ogni costo per recuperare il tempo perso.
A rischio 30mila posti di lavoro
Ora un nuovo stop che rischia di essere letale. Ma, spiega l’imprenditore dall’interno della sua villa per eventi desolatamente chiusa, il problema non è lo stop alle attività, ma quello che ne dovrebbe seguire. Di mezzo ci sono 30mila posti di lavoro: «Bisogna riuscire – spiega Grandinetti – ad avere i ristori nell'immediato e dare dei segnali per esempio bloccando le bollette o dando proprio le economie necessarie per pagarle. Ci sono tante piccole misure che creerebbero tranquillità in questo momento di grande difficoltà».
«Abbiamo –aggiunge - dei politici che non capiscono quali sono i problemi delle singole imprese e delle famiglie, non hanno la forma mentis e, quindi, non comprendono che basterebbero delle parole rassicuranti e degli interventi pragmatici per dare una svolta».