VIDEO | Operatori balneari in protesta in tutta Italia per chiedere una legge che tuteli la balneazione attrezzata. L'apertura degli ombrelloni è avvenuto soltanto alle 9.30 e non, come di consueto, alle 7.30 del mattino
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
«In qualche modo bisogna tutelare la nostra categoria, quanto meno portare a termine ciò che ci è stato promesso, con un po' di dignità, perché alla fine queste sono imprese familiari. Le nostre famiglie sono state costruite su questa attività». A parlare è Biagio Praino, uno delle migliaia di imprenditori balneari calabresi che questa mattina hanno aderito alla protesta contro lo stallo del governo sulla direttiva Bolkestein. Nei lidi di tutta Italia oggi gli ombrelloni sono rimasti chiusi per due ore e riaperti alle 9.30, per lanciare un messaggio forte e chiaro al governo: «Vogliamo una legge che tuteli la balneazione attrezzata». I sindacati, intanto, fanno sapere in una nota che in Calabria l'adesione è stata altissima: «Siamo decisi a difendere le nostre aziende e il nostro lavoro, a tutti i costi - hanno precisato i presidenti Antonio Capacchione di Sib e Maurizio Rustignoni di Fiba -. I tempi di attesa sono finiti così come la nostra pazienza».
La protesta | Anche in Calabria ombrelloni chiusi per due ore, balneari in sciopero: «La pazienza è finita, vogliamo regole certe»
I lidi andranno all'asta
La direttiva europea Bolkestein, che prende il nome dal suo ideatore Frits Bolkestein, fu approvata ed emanata dalla Commissione europea nel 2006, con l'obiettivo di liberalizzare i servizi e le concessioni pubbliche all'interno degli Stati membri. Queste ultime hanno riguardato anche le concessioni demaniali, che in Italia scadranno il 21 dicembre 2024; dopodiché non saranno più rilasciate automaticamente previo pagamento di un canone annuo di poche migliaia di euro, ma saranno affidate al miglior offerente mediante aste pubbliche. Tale circostanza ha creato angoscia e disagi nella categoria degli operatori balneari; molti di questi rischiano di restare senza lavoro dopo una vita di sacrifici e di vedere la propria attività finire nelle mani di altri, senza nemmeno avere la possibilità di poter replicare.
Il ruolo del governo
La direttiva europea è un atto giuridico che i Paesi dell'Unione Europea sono obbligati ad applicare. Tuttavia, ai governi si lascia piena libertà di decidere in che modo farlo. In Italia, però, sulla direttiva Bolkestein c'è ancora una profonda incertezza e la categoria dei balneari sbotta, facendo sentire la sua voce: «Questa protesta - dice ancora Praino, titolare di un lido a Praia a Mare - è guidata dal nostro sindacato, il Sib. Stiamo protestando per far capire al governo centrale che noi siamo compatti, uniti e vogliamo quello che è stato promesso e continueremo su questa linea». Poi continua: «Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ci aveva promesso che avrebbe gestito la situazione, che in qualche modo ci avrebbe tutelato e garantito. La nostra speranza è che possa essere presa in considerazione la legge Draghi, che almeno prevede un indennizzo per gli operatori balneari uscenti».
Il prossimo Consiglio dei Ministri
Le promesse della politica si sono infrante anche nel corso dell'ultimo Consiglio dei Ministri, «purtroppo non si è parlato di noi», ma da fonti attendibili il tema della direttiva Bolkestein potrebbe essere discusso nella prossima riunione, prevista a settembre. «Vogliamo essere fiduciosi ancora una volta - conclude Praino -, perché il governo c'è stato vicino in passato, vogliamo sperare che ci starà vicino ancora adesso». A tal proposito, i sindacati dei balneari fanno sapere che «a fronte delle indiscrezioni che danno per gli inizi di settembre un provvedimento da parte del Governo – sono revocate le altre due tappe previste per il 19 agosto (per 4 ore) e il 29 agosto (sei o otto ore)».