È questa la direzione intrapresa dall'Amministazione comunale e dai sindacati. Nuovo incontro il 16 febbraio prossimo sul futuro del sito energetico, sul tappeto: le prospettive e le maestranze
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
La questione Enel va avanti, ma a rilento. Sul tappeto: il futuro del sito energetico e le garanzie sulle maestranze da impiegare. La direzione intrapresa dall’Amministrazione comunale e dalle organizzazioni sindacali è quella di puntare su una progettualità ecocompatibile con il territorio. «Non ci dovrà essere più combustione in quel sito», fa sapere il segretario comprensoriale della Cgil Giuseppe Guido, che ha sottolineato anche l’importanza di un protocollo già alla firma che mira a tutelare e garantire i lavoratori con esperienza ventennale in centrale. «È da questo bacino che Enel dovrà attingere per l’impiego delle maestranze locali. Ciò dovrà avvenire non solo per la fase di demolizione e messa in sicurezza del sito ma anche per i lavori futuri».
Ed è proprio su quest’ultimo punto che si concentra l’attenzione degli interlocutori in campo (Amministrazione comunale, organizzazioni sindacali, Enel): il colosso energetico ha già smantellato tre dei quattro gruppi ad olio combustibile presenti in centrale, ne rimane un ultimo i cui lavori inizieranno a breve. Prevista anche la rimozione delle due ciminiere. La discussione è incentrata sui turbogas che Enel ha intenzione di mantenere per un uso solo ed esclusivamente di carattere emergenziale.
Il tema sarà al centro di un prossimo incontro che si terrà il 16 febbraio prossimo e non è da escludere la definizione di decisioni importanti. In una delle ultime riunioni si è parlato della realizzazione di un parco fotovoltaico e di accumulo di batteria e dell’ipotesi di cedere l’area fronte mare all’Amministrazione comunale al fine di consentire la realizzazione del lungomare che collega le aree urbane di Corigliano e di Rossano. Determinato l’intervento del sindacalista: «Enel non può immaginare di programmare il futuro in assenza di una condivisione del territorio».