In Calabria a causa della crisi energetica circa 300mila famiglie a rischio povertà. È il dato emersi nell’ambito della riunione a Reggio Calabria del Consiglio generale della Cisl metropolitana, presieduto dal segretario reggente, nonché segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo.

Crisi energetica

L’iniziativa ha consentito di discutere di rincari e delle azioni necessarie da parte delle istituzioni per frenare la corsa dei prezzi: «Questo consiglio generale – ha evidenziato Russo nella relazione introduttiva – cade in un momento importante per la vita del Paese. L’esito delle elezioni consegna all’Italia una maggioranza di centrodestra numericamente forte. Giorgia Meloni – ha aggiunto - che con ogni probabilità, nei prossimi giorni, subito dopo l’insediamento delle Camere, riceverà dal presidente della Repubblica l’incarico di formare il nuovo Governo, è chiamata ad un compito certamente non facile. Qui uso le parole del nostro segretario generale Gigi Sbarra: valuteremo l’albero dai frutti. Senza pregiudizio, guardando ai fatti».

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Il segretario reggente ha poi richiamato gli elementi di grave turbamento della vita sociale legati alla pandemia. Riguardo alla guerra in atto in Ucraina, ha sottolineato, la Cisl è stata «sin dalla prima ora, senza indugi, con le vittime e mai con i carnefici. Ma sappiamo che ci deve essere uno sforzo di tutti per cercare la pace, per evitare ulteriori inasprimenti e allargamenti del conflitto». Nella fase post-pandemica di ripresa dell’economia, ha proseguito, si registra una «estrema difficoltà. Nei prossimi mesi nuovi aumenti che rischiano di mettere in ginocchio interi comparti produttivi. Costi dell’energia e del metano, mai così alti e in continua crescita. Gas aumentato del 700%, energia del 200%. Costi alle stelle dei beni di prima necessità. Famiglie che, considerando il reddito medio calabrese e della provincia reggina, sono alle prese con grandissime difficoltà. Circa 300.000 famiglie calabresi a rischio di povertà energetica».

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Russo: «La Calabria ha fame di lavoro»

 Russo ha parlato di «migliaia di posti di lavoro a rischio, in una regione e in una provincia che hanno fame di lavoro. I dati sui tassi di occupazione, i più bassi del paese, i dati sui giovani neet sono lì, inconfutabili. E chiamano tutti all’assunzione di una responsabilità, di un impegno straordinario. C’è un delta di sviluppo che va colmato. Purtroppo – ha ricordato l’esponente Cisl – le ragioni che ci hanno portato in piazza il 22 giugno del 2019, nella grande manifestazione nazionale sul Mezzogiorno svoltasi proprio qui a Reggio Calabria, sono ancora forti e presenti. Serve una svolta vera sulle politiche per il Mezzogiorno. C’è bisogno di dare “futuro al lavoro, di unire il paese ripartendo dal Sud”. C’è bisogno di una nuova grande stagione di investimenti in infrastrutture materiali ed immateriali, reti stradali e ferroviarie, reti digitali, capitale umano, distretti produttivi, competitività delle imprese».

I fondi del Pnrr

E ancora: «C’è l’urgenza – rimarca Russo - di applicare la clausola del 34% degli investimenti nazionali da destinare al Sud. C’è la necessità di spendere e spendere bene le risorse del Pnrr. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ed il Piano complementare rappresentano una grande opportunità per ripartire. 222 miliardi, ai quali si integrano, in un’unica cornice, quote della programmazione nazionale di bilancio e dei fondi strutturali europei. Sei missioni che per la Cisl devono avere un grande obiettivo: ogni euro sia speso per il lavoro. Quelle del Pnrr sono risorse in gran parte in prestito che pagheranno le nuove generazioni. Guardiamo a loro e spendiamole bene.

Per il successo del Pnrr, saranno fondamentali le competenze. Sarà fondamentale dare valore alla pubblica amministrazione, con un grande piano di reclutamento ed innovazione. Sarà, quindi, essenziale - ha detto -  aiutare i Comuni, che gestiranno circa 40 miliardi del Pnrr. E in Calabria abbiamo il record dei comuni in dissesto e pre-dissesto. 193 comuni su 400».

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