«In 8 mesi saranno pronti i due impianti fuori costa su cui sta puntando il governo, mentre per il progetto di Gioia Tauro il tempo stimato è di almeno 4 anni». Sintetizza così le ragioni di quella che per ora è una bocciatura definitiva, il senatore Fabio Auddino. «Il ministro Cingolani – prosegue il parlamentare dei 5Stelle – l’ha detto chiaramente che occorre far presto, per risolvere il problema dell’approvvigionamento di gas per sostituire le importazioni dalla Russia, e proprio per questo la soluzione tecnica prevede la pronta attivazione di 2 navi galleggianti, in Toscana ed Emilia Romagna».

Il senatore, che ha rilasciato le sue dichiarazioni nei pressi dei 2 siti – dentro l’area portuale e nel retroporto – che dovrebbero accogliere il progettato impianto calabrese, ha ribadito in ogni caso la sua contrarietà all’opera.

«La legge Seveso – ha argomentato – in ogni caso preclude che un simile impianto imponete possa sorgere in una zona dove già esistono altri grossi insediamenti nocivi, basti ricordare la centrale di Rizziconi, il termovalorizzatore di Gioia Tauro, il depuratore regionale, ed inoltre rimane la questione relativa alla troppa incidenza che la localizzazione avrebbe sul traffico delle navi portacontainer, anche se il pontile di attracco delle gasiere sarebbe esterno». Auddino, dopo aver ricordato che «siamo davanti ad un progetto antiquato che risale a 16 anni fa, e già allora siamo stati sulle barricate», sembra esentare il governo da ogni responsabilità: «Non so se sia il tramonto definitivo del progetto, ciò che è certo è che per questo l’opzione Gioia Tauro non è in discussione».