C’è una collaborazione più stringente, tra Confindustria di Reggio Calabria e Vibo Valenzia, nel nome del richiesto rilancio dei retroporti. È stata sancita in una riunione operativa, conclusa dal presidente regionale di Unindustria, Aldo Ferrara, e promossa a Gioia tauro nella sede dell’Ordine dei commercialisti della Piana reggina. Formula operativa, partendo da un calcolo economico espresso da Gualtiero Tarantino, presidente regionale della sezione Trasporti e Logistica. «Dobbiamo spingere affinchè facendo diventare commerciale quello che oggi è solo un terminal container – ha detto a proposito del porto di Gioia Tauro – le zone industriali oggi nel degrado si riempiano di attività che beneficiano del gran numero di container che arrivano e che oggi sono solo di passaggio».

Rotta di un impegno che Rocco Colacchio, presidente degli industriali vibonesi, ha collegato alla sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «E’ una grande occasione – ha dichiarato – tanto più ora che Vibo e Gioia sono nella stessa Autorità di sistema portuale e si ha necessità di collegare gli scali a delle zone industriali migliorate per qualità dei servizi».
Non sono mancati momenti di dialettica accesa, lo spedizioniere De Simone ha incalzato il terminalista Testi sui noli esosi imposti sul trasbordo dei container, ma il focus era sul disastro delle zone industriali la cui gestione affidata al Corap è ora nelle mani di un commissario, Enrico Mazza, nominato su indicazione di Assindustria. «Il presidente Occhiuto – ha detto Ferrara – va nella direzione giusta. Ora sta a noi imporre criteri manageriali che divengano attrattori di nuovi investimenti». Discorso direttamente collegato allo stato della Zona economica speciale calabrese, per la quale è stata espressa preoccupazione – visto che il governo ritarda la nomina del nuovo commissario – e anche su questo il rischio è che la Calabria perda il treno del Pnrr che destina una missione specifica, con una posta da 600milioni.

«Per fortuna – ha concluso il presidente reggino, Domenico Vecchio – anche la politica ha capito che da soli non si va da nessuna parte. Serve cioè creare dei momenti in cui industriali, sindacati e altre categorie produttive, facciano la loro parte in un disegno unico volto a risolvere i problemi della regione».