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Le telecamere di Report domani saranno puntate sulla Calabria.
I poverelli
In apertura la prima grande inchiesta dal titolo “I poverelli” e girata a Paola attorno al Santuario di San Francesco, patrono della gente di mare e dei calabresi.
L’inchiesta di Report - anticipa una nota ufficiale di Viale Mazzini - parte da un interrogativo fondamentale: «Cosa si nasconde dietro lo scandalo che coinvolge uno degli istituti religiosi più importanti della Chiesa? Decine di milioni di euro, frutto di lasciti, donazioni e rendite immobiliari sono spariti nel nulla, affidati, tra il 2007 e il 2014, a un faccendiere che si muove tra Italia, Africa e Svizzera. Lo scopo, più che servire le opere pie, sembrerebbe quello delle speculazioni finanziarie. Quando i nuovi vertici dei Frati Minori si accorgono del buco nelle loro casse, denunciano e comincia una storia dove a confondersi non sono solo il bene e il male, ma anche le strategie, i personaggi, gli interessi. Il piano religioso s’intreccia a quello giudiziario: una Procura che vuole archiviare, un giudice che invece respinge e ordina il processo per i tre economi dell’ordine, il misterioso uomo di fiducia dei frati trovato impiccato nella sua villa».
Alberto Nerazzini ha seguito le tracce dei soldi e le orme dei francescani: «ne emerge una spy story, dove la realtà dei fatti supera la fantasia».
Dentro la mappa
Con il servizio "Dentro la mappa: e se Gioia Tauro si trasformasse in Rotterdam?" verrà fatta una simulazione in forma d'inchiesta per calcolare l'impatto economico di un sistema portuale nazionale integrato, dalla nostra regione al resto d'Italia.
Il grosso dei flussi della ricchezza globale passa dal mare e i porti sono le postazioni migliori per prendere e restituire ricchezza.
Nel Mediterraneo ci passa sotto il naso la maggior parte delle rotte commerciali via nave che, attraverso il Canale di Suez, collegano l'Oriente con il Nord Europa e la costa atlantica americana. Rotterdam da sola movimenta ogni anno un numero di container superiore a quello che movimentano tutti i porti italiani messi insieme, con un impatto economico e sull'occupazione che dal porto si irradia a tutto il paese.
L'Italia ha 7.600 chilometri di coste, piene di porti, nel centro del Mediterraneo. Solo a qualche migliaio di chilometri da noi c'è il canale di Suez che ha raddoppiato la sua capacità. Quindi, l'Italia si trova ora su una strada che da periferica è diventata centrale. È come se si fosse capovolto il mondo. Se Gioia Tauro si integrasse con il resto dei porti italiani, l'intera penisola diventerebbe un immenso retroporto, ci sarebbe un impatto economico nazionale: nuove imprese, volumi di affari triplicati, crescita e posti di lavoro.