Vigilantes in protesta a Lamezia: da otto mesi senza stipendio

Gli addetti alla sicurezza dell'Istituto di Vigilanza notturna e diurna di Catanzaro protestano per i mancati pagamenti di mensilità e straordinari, per l'accumulo di centinaia di giorni di ferie non godute e riposi mai avuti

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di Tiziana Bagnato
18 giugno 2018
15:20

Fino a otto mesi di mensilità non pagate, fino a mille ore di straordinario non retribuito e poi, ancora, fino a 200 giorni di ferie non godute.

 


Sono sul piede di guerra i vigilantes che lavorano per l’Istituto di Vigilanza Notturna e Diurna di Catanzaro che ha appalti in tutta la regione.

 

Con il sostegno e la regia di Cgil FilCams e Uil Tucs stamattina hanno protestato scegliendo come luogo simbolo l’aeroporto di Lamezia Terme.

 

Gli addetti alla sicurezza espletano i loro servizi, tra l’altro, anche in tutti gli scali della Sacal, ma anche in sedi Inps e ospedali. Un lavoro il loro di responsabilità che mal si concilia con l’accumulo di giorni di riposo non goduti, ferie e straordinari.

 

Diversi i tentativi di trovare un ponte con l’azienda, tutti falliti. «Questo sciopero e questa manifestazione - ha spiegato Luigi Scarnati, segretario regionale della Cgil FilCams – sono stati decisi dopo aver più volte sottoscritto accordi con l’azienda per tentare di arrivare ad una soluzione. Purtroppo, a nulla è servito. Oggi protestiamo non solo per il mancato pagamento dei salari, ma anche per ragioni che riguardano gli appalti in Calabria».

 


«Questo è un sistema che va rivisto – incalza ancora il leader - poiché sovente si assiste a gare con l’assegnazione del criterio del massimo ribasso, molte volte bandite dalla pubblica, con la mancata applicazione delle clausole sociali, ed una Pubblica amministrazione che ritarda nei pagamenti dei servizi che esternalizza alle aziende. E tutto ciò non fa che acuire i problemi delle aziende di un settore delicato, quello della vigilanza privata, che, soprattutto in Calabria, presenta delle preoccupanti problematicità, se non una vera e propria crisi di diritti e di tutele per i lavoratori».

 

 

Un cane che si morde la coda, una questione difficile in cui a monte dovrebbe, insomma, avvenire un vero e proprio risanamento del settore. Il tutto mentre le famiglie versano lacrime e sangue arrancando nel portare avanti il bilancio familiare con diverse mensilità mancanti all’appello.

 


«Continueremo la nostra iniziativa – ha concluso Luigi Scarnati - chiedendo un incontro al Prefetto di Catanzaro, per far sedere al tavolo tutti gli Enti appaltanti e successivamente un incontro con la Giunta regionale e l’Assessore al Lavoro».

Giornalista
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