«Vogliamo i nostri soldi»: l'urlo dei lavoratori delle strutture psichiatriche di Reggio

VIDEO-INTERVISTE | Decine di operatori stanno manifestando dinanzi alla sede dell'ente di via Diana. In protesta anche le cooperative della Piana di Gioia Tauro. A rischio ci sono 200 posti di lavori e i pazienti potrebbero essere trasferiti fuori Calabria

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di Angela  Panzera
30 ottobre 2018
14:20
La protesta all’Asp di Reggio Calabria
La protesta all’Asp di Reggio Calabria

«Basta. Noi da qui oggi non ci muoveremo. Vogliamo i nostri diritti e i nostri soldi».  Più passa il tempo più aumenta la rabbia dei lavoratori delle strutture psichiatriche reggine che da stamani hanno dato avvio, sotto la guida del sindacato Usb, all’ennesimo sit-in dinanzi la sede dell’Asp. Duecento operatori da mesi non vengono retribuiti e le cooperative, nonostante le mille rassicurazioni da parte del commissario straordinario Massimo Scura, non sono ancora state accreditate dalla Regione.


Una situazione davvero drammatica quella che stanno subendo non solo loro, ma anche i familiari dei degenti 
- una cui rappresentanza si è recata in via Diana - i quali rischiano da un momento all’altro di non ricevere più assistenza. Qualora le varie cooperative dovessero chiudere sarebbe un vera tragediaa per queste famiglie. I numerosi pazienti dell’intera provincia, infatti, rischierebbero di essere trasferiti altrove e anche fuori Calabria perché la situazione è al collasso in tutta la regione.



C’è dato però su cui gli stessi familiari si interrogano da mesi. Le rette infatti, vengono puntualmente versate e allora perché l’Asp non paga i lavoratori? Una domanda a cui i tanti operatori esigono una risposa ma dall’ente di via Diana non arriva alcuna comunicazione. «Noi non possiamo abbandonare questi malati - ci dice la signora Adele Laface, lavoratrice della cooperativa “Città del sole di Reggio Calabria” -, loro vengono prima di tutto. L’Asp li sta abbandonando perché di fatto se non ci pagano non abbiamo come accudirli».

Il dramma della Piana (INTERVISTE GARGANO-TRIPODI)

Le criticità riguardano anche la Piana di Gioia tauro. A Maropati i sedici operatori della cooperativa  “Futura” non vengono pagati da ben 30 mesi e nel contempo assistono 20 persone gravemente malate. «Vogliamo una sicurezza - dice alla nostra testata Gigi Gargano lavoratore della cooperativa”Futura”-, per il nostro futuro. Troppe promesse sono state fatte in questi anni e oggi siamo stanchi. Lo meritiamo noi, ma soprattutto i pazienti. A Taurianova invece, oltre il danno anche la beffa; le prestazioni, alla cooperativa, dal 2004 vengono pagate in ritardo e meno della metà.

«Tutto questo è umiliante - afferma Orsola Tripodi lavoratore della “Humanitas” -. Ci sono padri di famiglia che non possono aspettare per le spettanze. Chiediamo quindi non solo il rispetto puntuale dei pagamenti, ma anche che l’Asp regolarizzi la nostra situazione. Noi abbiamo fatto tutto in regola, sono loro a non esserlo».

Sit in ad oltranza

La protesta dei lavoratori andrà avanti fino a quando il commissario Scura non autorizzerà i pagamenti. Questa di oggi, la quarta in meno di due mesi, inchioda infatti i vertici dell’azienda sanitaria provinciale alle loro responsabilità. Gli operatori non possono più attendere. Sono mesi che Asp e Regione garantiscono interventi concreti, ma nulla ancora è stato fatto. Gli stipendi non vengono saldati e le cooperative non sono state accreditate. E i disagi sono tutti sulle spalle dei lavoratori e dei malati. «Scura deve intervenire. Solo lui può farlo, dichiara ai nostri microfoni Aurelio Monte, dirigente sindacale dell’Usb Calabria. Qui non si rendono conto che queste famiglie hanno perso la pace. La corda si è spezzata. Oggi è il giorno in cui tutti dovranno rispettare gli impegni. Noi da qui andremo via senza i fatti».

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