Il dibattito organizzato a Cosenza dalla Cgil sull’impiego delle risorse del PNRR, per il potenziamento delle infrastrutture e della mobilità sostenibile in Calabria, ha messo in evidenza il disequilibrio nella ripartizione dei fondi. Al Sud destinate quote minimali. Ma la vera sfida, sostengono i dirigenti del sindacato, è quella di spendere i soldi in arrivo dall’Unione Europea, presto e bene, così da alimentare il settore occupazionale, accorciando le distanze rispetto alle aree più industrializzate della penisola ed al resto del continente.

I rischi della semplificazione

Una partita non semplice da vincere: «Oggi vengono al pettine i nodi dei mancati investimenti sulla macchina pubblica, chiamata a gestire in buona parte l’uso di queste risorse, ma in sofferenza per la carenza degli organici, assolutamente da implementare» dice Stefano Malorgio, segretario nazionale Filt Cgil, la federazione dei lavoratori dei trasporti. «C’è bisogno anche di intervenire sulle norme, laddove siano da ostacolo con la loro complessità, al compimento delle opere. Bisogna però evitare che nel sistema delle semplificazioni – avverte - si nascondano elementi critici nella corretta applicazione dei contratti di lavoro, ma anche rispetto al grande tema della opacità degli appalti: la legalità va salvaguardata. Questo è un punto essenziale».

Lo squilibrio non sia una scusa

Sul balletto delle cifre convogliate alle regioni del Mezzogiorno, per le quali si profila uno scippo senza precedenti tale da allargare in maniera forse irrecuperabile il divario tra nord e sud, Malorgio ammette: «C’è uno squilibrio, ma non può essere considerato una scusante per non andare avanti con i programmi di investimento - afferma l'esponente della Cgil - Anche perché prima di mettere in discussione la corretta ripartizione delle risorse, sarebbe il caso di evidenziare un altro elemento essenziale: quello dei soldi già stanziati per il Sud, non ancora spesi»

Regione autarchica

Sulle priorità non vi sono indicazioni, se non di massima. Le strategie del Piano di Ripresa sembrano avvolte da una fitta nebbia. La sensazione è che manchi una direttrice, un orizzonte. Una bussola per orientare gli investimenti dove servono, evitando i mille rivoli e i tempi biblici che possono vanificarne l’efficacia: «La Regione lavora in forma autarchica, ragiona nelle sue segrete stanze senza una visione di programma, con interventi a pioggia – dice il segretario regionale Cgil Angelo Sposato - Non ha una prospettiva nel definire la missione del porto di Gioia Tauro o delle Zone Economiche Speciali. Nel frattempo la pubblica amministrazione è ferma, non si fanno le assunzioni e la massima istituzione regionale è avvitata nell’adozione di misure prettamente elettorali, per il sostegno del precariato a scapito del lavoro stabile».

Dibattito partecipato

Moderato dal segretario generale di Cosenza Umberto Calabrone, l’appuntamento ha registrato, tra gli altri, l’intervento del presidente della Provincia Franco Iacucci, del presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli e di Confapi Calabria, Francesco Napoli.