Sedie accatastate e tavoli transennati. Si presenta così piazza della Repubblica. Il “salotto” di Pizzo è quasi deserto, mentre rassegnati sono i maestri gelatieri che speravano in un allentamento delle misure per potere accogliere i primi turisti. 

Ancora zona arancione almeno fino alla prossima settimana, quando si spera si possa tornare in zona gialla. Niente servizio al tavolo ma solo asporto. «Sarà una giornata come le altre», commenta un artigiano. Rassegnato a non potere lavorare neanche quest’anno come avrebbe voluto.

E se i bar sono aperti, molti ristoranti sono rimasti chiusi. Eppure, nonostante le restrizioni, qualcuno ha deciso di raggiungere la cittadina turistica del Vibonese per degustare il famoso tartufo gelato, rinomato in tutto il mondo. Da Napoli a Pizzo, per poi visitare un’altra meta ambita: Tropea, recentemente eletta il più bel borgo di Italia.

«Abbiamo fatto il test molecolare prima di metterci in viaggio», assicurano.
C’è un’altra famiglia di emigrati al nord: «Siamo venuti a trovare i nostri anziani genitori che non vediamo da un anno. Abbiamo fatto il vaccino – dice il capo famiglia – e ci sentiamo più tranquilli».

Un primo maggio insolito per il centro turistico del vibonese, una data che prima della pandemia rappresentava l’avvio della stagione e che invece oggi si scontra con un virus che da oltre un anno sta paralizzando l’economia.

E intanto a Vibo Valentia, nella giornata dedicata ai lavoratori, la maggior parte dei commercianti ha deciso di aprire le attività in via straordinaria. Un segnale di ripartenza e di speranza.