Esplode la rabbia dei lavoratori della società Siarc, che gestisce il servizio di mensa ospedaliera nel presidio “Nicola Giannettasio” dell’area urbana di Rossano. Ritardi nella erogazione degli stipendi, sicurezza a rischio nell’espletamento del proprio lavoro in questo periodo di pandemia da Covid-19, mancanza di informazioni certe. Sono questi i temi della protesta dei circa 40 lavoratori in servizio al “Giannettasio”, alcuni dei quali con contratti a termine e part-time, che questa mattina hanno organizzato un sit-in dinanzi al presidio ospedaliero proclamando un’intera giornata di sciopero.

 

Al loro fianco il segretario provinciale della Cisl Angelo Scarcello, che chiede l’intervento del Commissario dell’Asp di Cosenza al fine di convocare un incontro tra le parti: «Chiediamo che venga tutelato il sacrosanto diritto dei lavoratori ad essere retribuiti, nel rispetto di quanto previsto da Ccnl di categoria». Si auspica, inoltre, chiarezza sul “balletto di responsabilità” al quale si assiste da tempo, con l’azienda che giustifica i ritardi nella erogazione degli stipendi con i ritardi nel pagamento delle fatture da parte dell’Asp di Cosenza: «È impensabile – afferma Scarcello – che l’azienda non si assuma un rischio di impresa».

 

La situazione dei lavoratori, molti dei quali mono reddito e provenienti anche da centri dell’hinterland, è drammatica. Come raccontano alcuni di loro, si fa davvero fatica ad arrivare a fine mese e a provvedere in maniera dignitosa al sostentamento delle proprie famiglie. Ad oggi attendono ancora il pagamento della quattordicesima mensilità (prevista a luglio, dovrebbe giungere entro fine novembre) e lo stipendio di ottobre. Si tratta di ritardi cronici, di una problematica annosa alla quale non si è ancora riusciti a trovare una soluzione. E a tutto questo si aggiunge il rischio correlato alla pandemia in atto, con i lavoratori che continuano a svolgere il proprio servizio all’interno dei reparti con tutti i pericoli del caso. «Insieme al personale medico e paramedico, al quale vanno tutti i nostri attestati di stima – afferma un lavoratore – anche noi siamo in prima linea, così come gli addetti alle pulizie»