L'assessore regionale, fresco di elezione al Senato, punta l'indice sulla precedente amministrazione e annuncia lo stanziamento di risorse per mitigare i rincari sugli abbonamenti
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La stangata inflitta da Trenitalia ai pendolari calabresi, con un aumento del prezzo degli abbonamenti anche del sessanta percento, sarà attenuata da un intervento della Regione, pronta a deliberare lo stanziamento di risorse per coprire parte della maggiorazione. Lo ha annunciato l’assessore Fausto Orsomarso, fresco di elezione al Senato, con un post diffuso attraverso i social.
Mitigare i rincari
Il rincaro, in vigore dal primo ottobre, è stato determinato sulla base di complicati calcoli previsti dal contratto di servizio sottoscritto nel dicembre 2019 ed è scattata immediata la protesta di utenti ed associazioni di viaggiatori. «Sugli aumenti e adeguamenti tariffari di Trenitalia previsti dal contratto sottoscritto da Oliverio nella passata legislatura stiamo intervenendo con una delibera che dà mandato al dipartimento di attuare verifiche e individuare risorse per mitigare il costo degli abbonamenti – scrive Orsomarso - I contratti andrebbero letti bene prima di sottoscriverli, questo vorrei sottolineare ad esempio al consigliere Bevacqua», sottolinea il neo parlamentare riferendosi alla dichiarazione rilasciata dall’esponente Democrat che aveva invocato l’intervento del presidente Occhiuto. Sulla questione ha depositato una interrogazione anche il consigliere regionale pentastellato Davide Tavernise.
Contratto capestro
Punta l’indice contro la precedente amministrazione regionale, in una nota diffusa nelle ultime ore, anche l’Associazione Fuori Binario: «Ci siamo adoperati per raccogliere informazioni utili a dipanare una matassa che sembrava molto intricata, ma che, in realtà, aveva una ragione di fondo chiarissima – scrivono il presidente Salvatore Stumbo e la vicepresidente Anna Maria Russo - Da quanto si è evinto, esaminando due delibere della Giunta Regionale del 2019, quindi a firma della precedente amministrazione Oliverio, alla base dell’inusitata e improvvisa stangata, c’è un contratto capestro che obbliga la Regione a un adeguamento delle tariffe esagerato e inaccettabile».
Calabria tra le più care d'Italia
«Senza ricorrere a cifre e formule - si legge ancora nella nota - è sufficiente dare un’occhiata alle tariffe applicate per gli stessi abbonamenti chilometrici nelle altre Regioni, facilmente consultabili da tutti: le tariffe applicate in Calabria sono tra le più alte in Italia, al di sopra di Veneto e Lombardia. Come è possibile, ci chiediamo allora, che a fronte di un servizio non certo eccelso anzi, piuttosto carente e mediocre, soprattutto in alcune aree della Calabria e a fronte di un reddito pro capite dei calabresi che figura tra i più bassi del Paese, i lavoratori debbano accollarsi una spesa così esageratamente spropositata? I più poveri pagano di più? Chiediamo un atto di sensibilità alla Regione Calabria e di vicinanza a chi lavora e fa sacrifici immani – chiosa il comunicato - per recarsi sul posto di lavoro percorrendo centinaia di chilometri su treni vecchi e linee obsolete».