Senese (Uil) si appella a Occhiuto: «I lavoratori non possono continuare a pagare con la loro vita». Scalese (Cgil Area Vasta): «È il momento di dire basta a questa strage silenziosa»
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La Uil Calabria esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Roberto Falbo, l'operaio di 53 anni che ha tragicamente perso la vita cadendo da un'impalcatura di 9 metri in un capannone della zona industriale di Lamezia Terme.
«Questo drammatico evento - afferma Mariaelena Senese, segretaria generale Uil Calabria - segue di pochi mesi un'altra tragica perdita: il 3 gennaio scorso, Francesco Stella, un operaio di 38 anni, è deceduto in circostanze simili nella stessa area industriale. Queste ripetute tragedie rappresentano un fallimento collettivo della nostra società e sottolineano l'urgenza di intervenire con determinazione per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro».
«La sicurezza sul lavoro - prosegue - è una responsabilità comune. Serve l'impegno di tutti gli attori interessati, va migliorato e rafforzato il coordinamento tra i vari soggetti della filiera sicurezza: Regione, Asl, Inail, Itl, Inps, Rlst. Questi devono saper parlare fra di loro, incrociare i dati a disposizione, monitorare le specificità del territorio. Occorre potenziare con urgenza l'organico delle Asp, come da noi più volte chiesto e, coordinare i vari organi ispettivi: Itl, Asp, Inail e Inps, perché ciascuno deve fare il suo compito nel contesto di un unico intervento ispettivo. L'Asl controlla la sicurezza sanitaria, l'ispettore del lavoro i contratti, l'Inps la previdenza e l'Inail le coperture assicurative. Bisogna rafforzare, infine, l'idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale, in grado di garantire crescita e sostenibilità, è necessario un lavoro regolare, delle giuste tutele in termini di formazione, salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori».
«Chiediamo al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto - afferma la segretaria generale della Uil Calabria - di convocare con urgenza un tavolo tecnico permanente sulla sicurezza sul lavoro, al fine di addivenire ad un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro, coinvolgendo tutti gli attori interessati, al fine di elaborare strategie concrete e tempestive per prevenire ulteriori tragedie».
«I lavoratori - conclude Senese - non possano continuare a pagare con la loro vita! L'obiettivo zero morti sul lavoro non è un utopia per noi. È un dovere....un dovere non soltanto delle imprese, ma è un dovere della pubblica amministrazione, degli organi di vigilanza, della legge, è un dovere di tutti gli organi pubblici e privati».
La Cgil Area Vasta: «La sicurezza non è un optional»
«Ancora una tragedia sul lavoro, ancora una vita spezzata nel silenzio di un posto di lavoro. Il decesso dell'operaio Roberto Falbo, precipitato da un'impalcatura in un'azienda per la produzione di mangimi nella zona industriale di Lamezia Terme, è l'ennesima ferita inferta alla dignità del lavoro e alla sicurezza di chi ogni giorno si guadagna da vivere in condizioni spesso inaccettabili". A nome della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, il segretario generale Enzo Scalese esprime profondo cordoglio alla famiglia di Roberto, ai colleghi, a tutti coloro che lo conoscevano. «Ma insieme al dolore, sentiamo la necessità di alzare la voce, ancora una volta, perché queste morti non diventino numeri, statistiche, cronaca ordinaria», aggiunge.
«La sicurezza - afferma il sindacalista - non è un optional. È un diritto. E quando viene negato, come in questo caso, si configura un fallimento collettivo. Falbo non doveva morire. Come non dovevano morire le oltre 1000 persone che ogni anno in Italia perdono la vita sul lavoro. Una media tragica che vuol dire tre morti al giorno. Non possiamo più accettarlo».
Proprio per questo, è scritto in una nota, la Cgil sostiene con forza il referendum promosso sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare il quarto quesito, che punta ad abrogare una norma che limita la responsabilità dell'impresa committente in caso di infortunio dell'appaltatore o subappaltatore.
«Il sistema degli appalti - afferma Scalese - è spesso una giungla, in cui la sicurezza si perde tra subaffidamenti, tagli ai costi e scarico di responsabilità. Con questo referendum vogliamo dire basta. Basta appalti al ribasso, basta committenti che si lavano le mani, basta lavoratori lasciati soli. Vogliamo che l'impresa committente risponda in solido, anche per i danni legati ai rischi specifici dell'attività appaltata. Solo così si alzerà il livello di attenzione, prevenzione e vigilanza».
La Cgil, prosegue la nota, «invita tutti i cittadini a riflettere su quanto è accaduto e a sostenere una battaglia di civiltà e giustizia, affinché tragedie come quella avvenuta oggi a Lamezia non restino impunite né isolate, ma diventino un punto di svolta per un nuovo modello di lavoro, in cui la vita valga più del profitto».
«Roberto Falbo non può essere morto invano. Facciamo in modo che la sua morte diventi uno spartiacque. È il momento di dire basta alla strage silenziosa nei luoghi di lavoro. È il momento di cambiare le regole», conclude Scalese chiedendo al prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, la convocazione di un tavolo permanente sulla sicurezza sui luogo di lavoro chiamando in causa tutti gli attori interessati nell'interesse prioritario dei lavoratori e delle lavoratrici di ogni comparto.