La disoccupazione galoppa a prescindere dal reddito di cittadinanza. Accade nel settore dell’edilizia, che rischia il tracollo. Nella Sibaritide, come nel resto d’Italia, tutto il mondo che ruota attorno al comparto della carpenteria vive in uno stato di profonda sofferenza soprattutto dopo il rincaro delle materie prime (carenza di metalli, etc). Ad aggravare il contesto della crisi la scarsa liquidità delle imprese schiacciate tra l’impennata dei costi delle materie prime e il blocco degli acquisti dei crediti d’imposta. Ed ecco che si spinge nella direzione, in ambito periferico, di riaffermare il principio della tutela delle maestranze locali nell’ambito dei cantieri pubblici.

La questione è stata sollevata nei giorni scorsi dal coordinamento regionale del sindacato di base (SGB) che mira a imporre la manodopera locale nel cantiere dell’ospedale della Sibaritide. Fari puntati sulle aziende che si aggiudicano i lavori in sub-appalto, laddove la presenza di maestranze locali è residuale.

Ai tempi della realizzazione della centrale Enel in molti, in ambito locale, trovarono lavoro (80% locale, 20% trasfertisti). Ora, invece, la percentuale delle maestranze locali assorbite nei cantieri pubblici è ridotta a lumicino. Domenico Gerardo Petrone, project manager D’Agostino, ha affermato nel corso della recente visita del presidente Occhiuto ai cantieri, che la D’Agostino ha nella propria dotazione organica l’80% delle maestranze locali, mentre le aziende in sub-appalto si autodeterminano di volta in volta.

Per il presidente Roberto Occhiuto e per il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi è importante consegnare l’opera nei tempi previsti. «All’occupazione si deve pensare avendo uno sguardo più lungo, afferma il presidente Occhiuto, altrimenti le polemiche rischiano di generare lentezze nell’organizzazione del lavoro». Il sindaco Stasi ritiene giusto «sensibilizzare le aziende sul tema, ma è altrettanto giusto pensare di pervenire al più presto alla conclusione dei lavori dell’opera».