Nuove povertà

Quasi la metà delle famiglie calabresi rischia di precipitare nell’indigenza: «Molti si vergognano a chiedere aiuto»

VIDEO | Seminario promosso a Cosenza dall'Associazione Giorgio La Pira con esponenti del mondo del volontariato, della chiesa e delle istituzioni. Non solo i disoccupati: anche i nuclei monoreddito non riescono più a tirare avanti

di Salvatore Bruno
8 ottobre 2024
16:10

Non solo le persone senza lavoro. Tra i poveri del nuovo millennio vi sono anche i padri separati, i pensionati e i nuclei familiari monoreddito. Un solo stipendio non è sufficiente a tirare avanti in maniera dignitosa. I dati Eurostat rivelano la drammatica condizione della Calabria. Nella regione una persona su due è a rischio. Nel continente siamo quasi fanalino di coda, davanti alla sola Guyana francese. Anche il dipendente pubblico, l’insegnante, l’amministrativo del Comune, se con figli a carico e con una sola entrata mensile, vive nel disagio, ostaggio di una condizione di deprivazione materiale.

Il seminario a Cosenza

«L’impiegato dell’Inps non andrà mai alla Caritas a chiedere aiuto, perché si vergogna» sottolinea Antonio Belmonte, presidente dell’osservatorio nuove povertà dell’Associazione Giorgio La Pira che ha fotografato la situazione in un seminario organizzato a Cosenza con la partecipazione della  presidente nazionale della Fondazione Patrizia Giunti e gli interventi, tra gli altri, del vicepresidente della Cei e vescovo di Cassano, monsignor Francesco Savino, collegato da remoto, e del vescovo di San Marco Argentano Stefano Rega. A confronto il mondo del volontariato, della chiesa e quello istituzionale della politica. L’ambito cattolico e quello laico insieme per inaugurare un percorso scandito da proposte ed iniziative sociali per dare una risposta alle istanze del bisogno: «Non vogliamo sostituirci allo Stato – ha aggiunto Belmonte – ma indicare una strada. E qualche soluzione».


Povertà economica e spirituale

Tra i relatori, Annamaria Trotta, economista dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha messo in fila i numeri rivelati dalle indagini sul tema degli ultimi anni. Tra il 2019 ed il 2023 le persone a rischio di povertà in Calabria sono passate dal 42,8 percento al 48,6. Una impennata drammatica, alimentata evidentemente anche dalle ricadute della pandemia sul tessuto produttivo della regione. Francesco Mollo, oncologo cosentino attualmente in servizio a San Giovanni Rotondo, nella Casa del Sollievo e della Sofferenza, ha tracciato un quadro delle ripercussioni sulla salute derivanti dalle condizioni di povertà; l’accesso alle cure che pure dovrebbe essere garantito dal servizio sanitario universale, sta diventando sempre meno agevole. Soprattutto i soggetti in difficoltà economica rinunciano alla prevenzione. «Parlare solo di povertà economica sarebbe un errore – ha chiosato Franco Pichierri, vicepresidente vicario dell’Associazione Giorgio La Pira di Cosenza – La povertà è anche un problema spirituale e di formazione culturale».

Giornalista
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