Dalla patente a punti, al rispetto del codice degli appalti, fino alla formazione e alla consulenza alle imprese, Cgil, Cisl e Uil tracciano un nuovo percorso per intervenire su una situazione drammatica
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«Di fronte a promesse disattese, a ipocrisie e rituali dei momenti delle tragedie sul lavoro non vogliamo che il tema sia dimenticato un momento dopo. I diritti fondamentali, tra cui quello alla salute, devono essere garantiti a tutti. Dai tanti protocolli sottoscritti devono derivare più controlli e più tutele. Chiediamo l’applicazione della patente a punti per le imprese e il rispetto della congruità del costo della mano d’opera rispetto al lavoro da eseguire, come previsto dal codice degli appalti».
I sindacati fanno muro sulla scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro e fanno rete contro le morti bianche. A Lamezia Terme è stata presentata ufficialmente l’associazione regionale Slc Calabria, costituita dalle federazioni regionali di categoria dell’edilizia Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil per favorire la sicurezza e la salute dei lavoratori. I segretari regionali Simone Celebre, Mauro Venulejo e Maria Elena Senese hanno designato i rappresentanti lavoratori sicurezza territoriale nelle persone di Maria Antonietta Moricca, Cataldo Vitale e Spasimina Papasidero.
Celebre quale presidente dell’associazione, Senese quale vicepresidente e Venulejo, quale Consigliere di amministrazione, hanno subito chiarito che: «Non si tratta di un atto burocratico, ma di richiamare l’attenzione di tutti su un tema di civiltà. Avvieremo una campagna ad hoc per chiedere zero morti sul lavoro. C’è bisogno di provvedimenti seri e vogliamo da parte nostra dare un segnale importante: da domani saremo a disposizione di tutte le imprese per affiancarle sui temi della sicurezza e della prevenzione».
Le sigle hanno poi elogiato il sistema degli enti bilaterali per «garantire a lavoratori e imprese il rispetto delle regole sulla sicurezza e una formazione adeguata sul tema per lavoratori e datori». Alla politica, Celebre, Senese e Venulejo chiedono più attenzione: «Se ci sono tante morti, vuol dire che manca qualcosa nell’azione degli organi preposti alla vigilanza e ai controlli. Con l’associazione diamo anche un input alla Regione Calabria per l’istituzione, all’interno del dipartimento lavoro, di un tavolo sulla sicurezza».
«Questi temi – hanno proseguito – devono diventare una priorità non solo per le organizzazioni sindacali, ma per tutti i cittadini, perché cresca la consapevolezza che il lavoro deve essere dignitoso. Chiunque esce di casa per recarvisi deve avere la certezza di tornare a casa. Perciò è necessario un salto di qualità culturale: meno convegni e passerelle, più azioni concrete».
Le richieste
Poi le richieste: no al dumping contrattuale e a ogni forma di sfruttamento. Non si può scegliere quale contratto applicare solo in base al risparmio nel costo lavoro. Mettiamo a disposizione i nostri entri bilaterali, finanziati da lavoratori e imprese, per una formazione vera e utile. Facciamo la nostra parte, ma non basta. Sono necessari risorse, impegno delle istituzioni, intensificazione delle ispezioni e trasparenza, aumento del numero degli ispettori del lavoro e della qualità del servizio ispettivo per verifiche e controlli. C’è sensibilità da parte dell’Ance e di molte aziende. Il periodo di mobilitazione che si apre oggi deve servire ad estendere questa attenzione».
Subito dopo, i segretari generali regionali di Cgil Angelo Sposato, Cisl Tonino Russo, Uil Santo Biondo hanno annunciato una serie di iniziative che, in Calabria come in tutto il Paese, avranno come tema lo stop alle stragi sui luoghi di lavoro: assemblee e iniziative di mobilitazione, nonché contatti istituzionali e con i settori vivi della società calabrese: giovedì 20 maggio, ad esempio, incontreranno il Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Vincenzo Bertolone.
«Vogliamo mobiliare le coscienze di tutti – hanno sottolineato i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil –, perché tre morti al giorno nel nostro Paese e 31 in Calabria in un anno chiedono rispetto. Si tratta di una battaglia di civiltà che stiamo conducendo unitariamente.
Nei loro interventi, Sposato, Russo e Biondo hanno poi sottolineato che si va verso una fase di consistenti investimenti nell’edilizia e che le infiltrazioni della criminalità nelle imprese possono ostacolare l’azione del sindacato volta al rispetto delle regole. «Solo un’azione corale può fare da argine a questo rischio concreto. Occorre formazione per lavoratori, datori di lavoro e consulenti delle aziende».