Il sodalizio parla di comunicazioni «allarmanti e fuorvianti» e spiega i danni provocati dal mancato via libera
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Il presidente nazionale Sapar, Servizi apparecchi per pubbliche attrazioni ricreative Domenico Distante rivolge un appello al governatore Roberto Occhiuto e ai consiglieri regionali chiedendo l’approvazione del progetto di legge 107/12 sul gioco d’azzardo recante modifiche alla legge regionale numero 9 del 108.
«Con riferimento alla proposta di legge indicata in oggetto negli ultimi giorni si sono susseguiti comunicati stampa e comunicazioni su tutti i media locali, allarmati e fuorvianti che – scrive - hanno indotto anche soggetti istituzionali e componenti dello stesso Consiglio regionale calabrese a ritenere l’approvazione della legge come un atto di liberalizzazione indiscriminata delle attività di raccolta del gioco d’azzardo. Si tratta di notizie false, che prescindono totalmente dai contenuti della proposta di legge in commento che, pur essendo troppo restrittiva, ha l’innegabile pregio di non procedere con il totale azzeramento della offerta di gioco pubblico prevista dalla attuale normativa».
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Entrando nel dettaglio «la proposta non consente di aprire ulteriori punti di raccolta di gioco, ma si limita ad uniformare le distanze di rispetto dai luoghi sensibili già individuati dalla norma eliminando la attuale distinzione tra comuni in base alla popolazione e limita le licenze a quelle già rilasciate al 28 aprile 2018»,
Inoltre «la proposta non liberalizza gli orari di gioco, ma delega i sindaci, che ne hanno la competenza, alla loro individuazione come già previsto dalla normativa nazionale e come affermato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 220/2014); obiettivamente sconcerta dover rilevare che l’Ancia Calabria non abbia fiducia nella capacità dei sindaci calabresi di fare buona amministrazione del proprio territorio e chieda alla Regione di surrogarsi in tale potere, senza accorgersi che una previsione generale per tutto il territorio regionale sarebbe del tutto priva di quel margine di adeguamento alle realtà locali (ad es. tra località rurali e turistiche, tra periodi diversi dell’anno, ecc.) che solo i sindaci possono garantire».
In merito alla notizia “i cittadini Calabresi spendono nel gioco oltre 2 miliardi annui”, «il dato è stato artatamente riferito agli apparecchi da gioco (unica offerta colpita dalla norma), anche se è relativo a tutti i giochi pubblici, peraltro la raccolta non equivale alla spesa per i giocatori, che è meno di un terzo della raccolta (non si tiene infatti conto della distribuzione di vincite minimo del 65% delle giocate e della percentuale di oltre il 24% che è trattenuta dall’Erario)».
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Distante evidenzia: «Si deve rammentare che il settore in Calabria garantisce oltre 8.000 posti di lavoro - dei 150.000 degli occupati a livello nazionale - che l’attuazione della Legge Regionale nr. 9/2018, senza opportune ed urgentissime modifiche, rischia di far sparire quasi del tutto. Ma qui non è in gioco “solo” la sopravvivenza di migliaia di addetti (e delle loro famiglie) che dipendono dalle aziende della raccolta di gioco pubblico e del relativo indotto, ma la stessa sicurezza dei calabresi, in quanto eliminare l’offerta legale non fa altro che regalare il mercato all’offerta illegale e alle organizzazioni criminali. Non modificare la norma – si fa rilevare - avrebbe come ineludibile conseguenza il dilagare di offerta di gioco non controllata, più pericolosa per i giocatori, difficile da individuare e contrastare, ma soprattutto il rafforzamento delle organizzazioni criminali del territorio ed un grave danno erariale».
A giudizio dell’esponente Sapar «non approvare la norma equivale: a firmare - con il proprio nome - migliaia di lettere di licenziamento, favorire la criminalità organizzata, arrecare un danno economico allo Stato e, soprattutto, esporre la salute dei cittadini calabresi (oggi male informati su quanto sta accadendo) ad ulteriori ed imprevedibili rischi. Non possiamo fare altro che appellarci alla sensibilità per i lavoratori e le loro famiglie, al rispetto per le istituzioni e per l’interesse pubblico di ognuno di voi, ed insistere per la approvazione della proposta di legge in oggetto (almeno) nel testo approvato dalle commissioni consiliari».