VIDEO | Si è aperta la due giorni ideata da Klaus Algieri con gli interventi anche del sottosegretario Wanda Ferro. Se non cresce il Sud non cresce il Paese, ma per attenuare il divario con le regioni più avanzate serve evitare la dispersione delle risorse
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Intitolato al filosofo ed economista Antonio Serra, il primo Forum del Mezzogiorno inaugurato alla Camera di Commercio di Cosenza, straordinaria opportunità di dialogo e confronto sui temi dello sviluppo economico e sociale delle regioni meridionali, ha aperto i lavori nella sala intitolata a Pietro Mancini, con l’obiettivo di disegnare una traiettoria, di indicare una stella polare, un percorso da seguire alla politica ed alla imprenditoria, nell’impiego delle notevoli risorse oggi disponibili per le regioni del Sud, derivanti dal Pnrr ma anche dal Piano nazionale complementare e dai finanziamenti comunitari. Un fiume di denaro utile ad accorciare il divario con il resto del Paese, descritto ancora come drammatico da buon parte delle statistiche e degli indicatori.
Il valore aggiunto dei corpi intermedi
Le sfide del 21mo secolo il tema dell’appuntamento, se non cresce il Sud non cresce il Paese la direttrice attorno alla quale già dalla prima giornata hanno dibattuto i numerosi e prestigiosi relatori invitati all’iniziativa ideata da Klaus Algieri, presidente dell’ente camerale bruzio, con il coordinamento scientifico di Giampiero Pizziconi, consigliere della Corte dei Conti. Una iniziativa necessaria, secondo Algieri, per offrire un contributo sulla destinazione delle risorse «perché i corpi intermedi – ha affermato – non sono direttamente coinvolte nella gestione di questi fondi e però – ha sottolineato - possono incidere nei processi decisionali: abbiamo un valore aggiunto e le carte in regola per fare uscire la politica dalla mediocrità». La due giorni si è aperta con i saluti istituzionali dello stesso Algieri e delle autorità. Sono intervenuti in particolare il prefetto Vittoria Ciaramella, il sindaco Franz Caruso, l’arcivescovo Giovanni Checchinato.
Le critiche a Calderoli
Il primo cittadino del capoluogo bruzio, senza lesinare parole aspre, ha criticato con fermezza il decreto Calderoli e l’autonomia differenziata: «destinata ad accrescere il gap esistente tra le regioni del Sud e quelle del Nord. Non sappiamo se e come il Governo reperirà le risorse ingenti necessarie ad allineare i livelli essenziali delle prestazioni, mentre rimane vigente per l’assegnazione delle risorse, il criterio della spesa storica. Ciò significa che se oggi non abbiamo per esempio posti sufficienti negli asili nido, con questo principio non li avremo neppure domani. È una filosofia antitetica rispetto a quella europea che infatti per attenuare il divario Nord-Sud e farci correre tutti alla stessa velocità, ha destinato al Mezzogiorno il 40 percento del Pnrr».
Relatori prestigiosi
Il Forum del Mezzogiorno gode del patrocinio dei ministeri dell’Economia, delle Imprese e del Made in Italy, dell’Università e della Ricerca e poi dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, e di numerosi ordini professionali. Tra gli ospiti il presidente nazionale di Unioncamere Andrea Prete, il vicepresidente di Cna Gino Sabatini, il vicepresidente di Confindustria Vito Grassi, il vicepresidente di Coldiretti Gennarino Masiello. Nel pomeriggio, entrambi in videoconferenza, sono intervenuti il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro e poi il Ministro per gli affari europei e per le politiche di coesione Raffaele Fitto, entrato in collegamento subito dopo aver presieduto proprio una conferenza Stato-Regioni sui livelli di spesa dei Fondi Comunitari e del Piano di Ripresa e Resilienza.
«Pnrr? Spendere presto e bene»
Le risorse sul piatto sono consistenti, ma sono le tempistiche a preoccupare perché, ha detto il ministro, «il Pnrr scade nel 2026 e tre anni non sono un periodo così lungo per completare le procedure di spesa. Basti pensare che della programmazione 2014-2020, una programmazione consistente da 126 miliardi, abbiamo rendicontato appena il 34 percento. Con le regioni abbiamo discusso allora di una riorganizzazione delle tre principali linee di finanziamento in campo, il Pnrr appunto, il fondo comunitario di sviluppo e coesione della programmazione 2021-2027 da rendicontare entro il 2029 ed i fondi complementari. Quello che dobbiamo evitare è polverizzare il capitale disponibile in migliaia di rivoli, con migliaia di interventi parcellizzati di corto respiro e privi di un reale impatto strutturale sul territorio».
La sessione pomeridiana ha registrato tra l’altro, la relazione del Ragioniere Generale dello Stato Biagio Mazzotta. La seconda giornata del 19 maggio si aprirà con una tavola rotonda introdotta dal segretario generale della Camera di Commercio Erminia Giorno e presieduta da Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere. Nel pomeriggio poi spazio al dibattito politico con il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e gli interventi del presidente della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e del presidente dello Svimez Adriano Giannola.