VIDEO | Iniziativa conclusa dal segretario nazionale del sindacato Pino Gesmundo: «Il lavoro instabile significa instabilità della vita. Per questo i giovani lasciano i nostri territori per andare altrove»
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In Italia cresce l’occupazione, ma non è tutto oro quello che luccica. Nel calderone delle statistiche finiscono anche il lavoro povero, il lavoro precario e quello distribuito su una manciata di ore settimanali. Il lavoro che non consente di condurre una vita dignitosa e che non genera crescita e ricchezza. Un’emergenza soprattutto in Calabria, flagellata in questo periodo da tre grandi vertenze ancora senza una soluzione: quella dei tirocinanti, dei dipendenti della Abramo Customer Care. E poi la vertenza Amaco, l’azienda del trasporto locale a Cosenza, in predicato di passare nelle mani del privato, con tutte le conseguenze sul livello salariale e delle garanzie di stabilità per le maestranze.
Referendum, obiettivo centrato
Su input della Cgil, la tematica è stata trattata in tutte le sue sfaccettature nel corso di una iniziativa pubblica organizzata in Piazza 11 Settembre, accompagnata inoltre dalla raccolta di firme avviata dal sindacato in tutta Italia, per indire quattro referendum per la cancellazione di norme ritenute responsabili non solo dell’avanzata del lavoro precario, ma anche dell’impennata degli incidenti sul lavoro. Già raggiunto il tetto delle 500 mila sottoscrizioni indicato all’articolo 75 della Costituzione. Quattro i quesiti abrogativi proposti per abolire le norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi, quelle che fissano un tetto massimo agli indennizzi in caso di licenziamento non giustificato, quelle che hanno liberalizzato i contratti a termine e le norme che escludono la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore.
Dati da approfondire
«Questa storia che l’occupazione cresce va seriamente approfondita – ha detto il segretario della Cgil nazionale Pino Gesmundo, riferendosi ai recenti dati diffusi dall’Istat – Bisogna vedere come questo dato viene misurato e sviluppato. A crescere invece senza dubbio è la disperazione: sei milioni di cittadini vivono sotto la soglia di povertà, undici milioni di persone sono povere pur lavorando. Serve la buona occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno, grande risorsa per il Paese. Purtroppo – ha sottolineato – si sta perdendo l’opportunità derivante dagli investimenti del Pnrr che avrebbero dovuto migliorare le condizioni degli italiani e non incrementare i profitti delle imprese. La Calabria è stata poi scippata dei Fondi di Sviluppo e Coesione e rischia di pagare un prezzo altissimo all’Autonomia Differenziata. Il lavoro precario significa precarietà della vita. E siccome nessuno è disposto a rimanere precario, i giovani lasciano i nostri territori per andare altrove, desertificando le regioni del Sud».
Sull’esito delle elezioni Gesmundo ha osservato come «la coalizione che governa il Paese ha perso migliaia di voti. Ma il problema più incombente è rappresentato dall’astensionismo. Se la metà dei cittadini sceglie di non recarsi alle urne – ha detto il segretario della Cgil – probabilmente lo ritiene un esercizio inutile. Questa lacuna nella rappresentanza democratica riguarda tutti i partiti, chi ha vinto e chi ha perso».
La prima di Tridico da europarlamentare
L’appuntamento è stato introdotto dai saluti dei segretari Cgil di Cosenza Massimiliano Ianni e Teresa Aiello. Era atteso l’intervento dell’Arcivescovo Giovanni Checchinato. Quella del presule però, è stata un’apparizione fugace. Il tempo di augurare ai presenti buon lavoro e per salutare i relatori, poi ha lasciato il parterre per un improvviso e concomitante impegno. Vi è stato invece il primo intervento pubblico di Pasquale Tridico da eurodeputato eletto nella lista dei Cinquestelle.
Accolto dalla parlamentare Anna Laura Orrico, Tridico si è detto soddisfatto per il sostegno ottenuto dagli elettori: «Sento forte la responsabilità del mandato ricevuto da questo territorio che cercherò di rappresentare adeguatamente – ha affermato – Purtroppo non c’è occupazione di qualità – ha aggiunto riferendosi al tema del convegno - per cui le persone occupate formalmente sono di più ma le ore lavorate sono di meno. I salari reali sono di meno ed infatti il Pil non aumenta. Quando gli investimenti sono di scarsa qualità questi sono gli effetti. Avremo occupazione frammentata, flessibile, aumenta nel numero ma non produce ricchezza». Il Movimento su base nazionale ha ottenuto un risultato deludente: «Però in questo ragionamento anche di analisi del voto è la leadership di Giuseppe Conte. Ci sono certamente dei problemi alla luce dell’esito della consultazione. A mio parere problemi che attengono alla qualità delle liste. Laddove c’è stata una buona offerta, penso alla Sicilia con l’ottima performance di Giuseppe Antoci, il risultato è stato soddisfacente».
L'aggressione squadrista
Tridico ha parlato anche dell’aggressione subita dal collega di partito Leonardo Donno «al quale ho espresso solidarietà. Essere sanzionato per aver potato una bandiera tricolore al Ministro Calderoli è vergognoso. Doveva essere sanzionata soltanto la reazione indegna e squadrista che Donno ha subito. Ho appreso che uno dei protagonisti non è nuovo a questo tipo di intemperanze. Forse la classe dirigente bisognerebbe selezionarla meglio. Il Movimento Cinquestelle sotto questo aspetto è un filtro molto importante per quanto riguarda gli aspetti dell’etica e della moralità. Se tutti i partiti facessero la stessa cosa probabilmente avremmo una classe politica migliore e più pulita». Tra i relatori sono tra gli altri intervenuti anche il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato e la docente di politica economica dell’Università della Calabria Rosanna Nisticò.