«La Calabria ha agganciato la ripresa, ma la sua crescita anche nel 2018 sarà a passo di lumaca. Con questo andamento ci vorrà ancora molto tempo per tornare ai livelli pre-crisi. Infatti, i dati che giungono dalla Cgia di Mestre indicano come la regione deve ancora recuperare oltre 11 punti percentuali di Prodotto interno lordo disintegrato negli ultimi dieci anni di recessione economica. Mentre altri territori, non solo sono riusciti nel corso del 2017 a rientrare nei valori pre-crisi ma, addirittura, hanno ripreso terreno. Per l’Italia si prevede una crescita media di almeno l’1,3% nel 2018, le stime per la nostra regione indicano appena lo 0,7%. Un dato che, se confermato dalla realtà, finirà per allontanarci ancora di più dal resto del Paese, allargando la forbice con le aree più ricche della Penisola».

 

È questo uno dei temi centrali che Antonio Merlino, segretario regionale dell’Unione italiana lavori agroalimentari (Uila) della Calabria affronterà domani, venerdì 6 aprile, in occasione del VI Congresso regionale della sigla di categoria della Uil che si terrà, con inizio alle 9.30, al Popilia Country Resort di Maierato, in provincia di Vibo Valentia. Ai lavori prenderanno inoltre parte, tra gli altri, il segretario regionale generale Uil Calabria Santo Biondo, che presiederà l’assemblea e il segretario generale nazionale Uila Stefano Mantegazza.

 

Prosegue l’analisi di Merlino: «In questo complicato quadro, il comparto agricolo può giocare un ruolo decisivo ma serve un progetto strategico che punti al suo rilancio complessivo, sfruttando tutte le opportunità che i fondi comunitari offrono per lo stimolo di nuovi investimenti, per migliorare la qualità delle imprese, rendendole competitive a livello globale. Dobbiamo puntare sull’innovazione a tutto campo, senza la quale lo sviluppo sostenibile rischia di trasformarsi in stagnazione insostenibile. Dobbiamo spronare le istituzioni regionali a prodursi in uno sforzo maggiore, per aiutare i nostri prodotti d’eccellenza ad acquisire visibilità, essere conosciuti, apprezzati ed acquistati, favorendo nel territorio lo sviluppo di un’economia agricola che consenta agli imprenditori di fare profitto e ai giovani disoccupati di lavorare. Il Psr, con il suo miliardo e 103 milioni di euro di dotazione, deve diventare un formidabile strumento di sostegno all’agricoltura di qualità, quella che crea benessere e lavoro vero; una leva finanziaria potente al servizio di un comparto che contribuisce notevolmente, e deve contribuire sempre di più, alla costruzione del Pil della nostra regione. Al sindacato tocca vigilare, per evitare che, come è successo in passato, le risorse destinate al settore agricolo, con qualche stratagemma, vengano utilizzate per fini diversi, se non impropri».