I 72 dipendenti della compagnia di navigazione incroceranno le braccia il prossimo 30 gennaio. Anche per i sindacati la misura è colma di fronte ad una vertenza che non vede soluzioni
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Non sono più disposti ad assistere al rimpallo di responsabilità che vede i lavoratori come uniche vittime ed hanno deciso di proclamare uno sciopero. Contro i 72 licenziamenti avviati dalla compagnia di navigazione anche le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Uslac. Per l’intera giornata del 30 gennaio prossimo, quindi, incroceranno le braccia i lavoratori dalla compagnia di navigazione Liberty Lines.
«I lavoratori non possono di certo pagare il mancato rinnovo della convenzione con Rfi per il servizio di traghettamento veloce tra Messina e Reggio Calabria – spiegano i sindacati – e noi non lo consentiremo. Torniamo a chiedere un intervento del ministero ai Trasporti, serve un forte intervento delle istituzioni, in una terra martoriata e dilaniata dalla crisi finanziaria come la Sicilia, una ulteriore perdita di posti di lavoro porterebbe a una condizione di impoverimento complessivo». Fra le altre motivazioni dello sciopero, il mancato adempimento da parte dell’azienda degli obblighi previsti dal contratto nazionale collettivo di lavoro, dell’obbligo di pagamento dei riposi compensativi al 31 dicembre scorso, e della definizione del mansionario del personale amministrativo. «A dicembre sembrava concreta l’ipotesi di un possibile accordo tra la Liberty Lines e Rfi che avrebbe, in qualche modo, scongiurato i licenziamenti, e invece l’azienda nelle ultime ore ci ha confermato i nomi dei lavoratori licenziati. Non possiamo accettarlo e lotteremo per la piena salvaguardia occupazionale dei lavoratori e delle lavoratrici della Liberty Lines».