Nello scenario attuale, con la crisi pandemica ancora di fianco, quella economica in atto da tempo, e col conflitto in Ucraina pronto a sparigliare ulteriormente certezze e speranze, scommettere sull’apertura di un’attività, lasciandosi alle spalle la solidità di un posto statale, è una scelta che richiede forte determinazione e coraggio non indifferente.

Soprattutto a queste latitudini, dove si tocca il fondo della classifica europea del reddito pro capite, lasciare il certo per fare un salto nel buio, rappresenta una “follia” che Simona Mantuano, paolana d’adozione ma fuscaldese nel sangue, ha deciso di mettere in atto, congedandosi dall’Esercito italiano per dedicarsi completamente ad un progetto dove le trincee sono solo quelle dei terrazzamenti, coltivati a zafferano, a ulivi, melograni, gelsi e fichi.

Avviata nel 2018, con un’opera di pulizia e ripristino dei luoghi, l’attività immaginata dalla giovane donna è stata finalmente inaugurata, tra le pareti e i campi di San Giovanni Vecchio, località rurale di Fuscaldo paese da cui l’azienda agricola trae il nome, caratterizzata dalla presenza di un antico monastero agostiniano, di cui permangono tracce visibili ed una camera adattata ad ospitare una cappella, volume ancora agibile dell’edificio quasi millenario.

Sulla parete scoscesa di una gola da cui è possibile scorgere il mare, è adesso possibile ammirare la crescita di colture che si intrecciano con la storia locale, esaltata con garbo e sensibilità da un gruppo di sole donne che, in sintonia con la titolare, mettono a frutto la campagna, intesa anche come luogo di svago, di apprendimento e convivialità.

«C’è Maria Teresa che è un’artista – ha spiegato Simona Mantuano – insieme alla quale abbiamo creato monili ecologici che rappresentano le nostre coltivazioni. C’è Carmelina che è la mia maestra di zappa, poi ci sono Luana, Anna, Emiliana e Antonella, senza le quali non avrei mai potuto realizzare quello che è sotto i nostri occhi oggi».

Coadiuvata anche da un agronomo, unico uomo dello staff, la giovane ha potuto contare sul supporto della famiglia, sempre vicina con «lo spirito di gioia – ha detto la donna – trasmesso da mio padre e da mio zio, Don Alessandro. Sono loro che mi hanno insegnato l’amore per la natura ed il rispetto per il creato. In queste terre coltiviamo piante che ci rappresentano, come lo zafferano che è al tempo stesso delicato e forte, o come l’oliva bianca dalla quale estrarre l’olio per il Crisma. Capisco che, per molti, l’idea di lasciare il posto fisso per avviare un’iniziativa di questo genere, possa sembrare una follia – ha concluso Simona Mantuano – ma io sono felice così».

Presente all’inaugurazione, anche il sindaco di Fuscaldo – Giacomo Middea – ha voluto rimarcare l’importanza rivestita da quanti si mettono in gioco per valorizzare il territorio. «Chi investe oggi – ha detto il primo cittadino – dev’essere visto come un eroe e quindi, un’amministrazione comunale che si rispetti, non può che essere vicina a questi eroi dell’epoca moderna».