Non c'è solo la burocrazia o l'aumento del costo delle materie prime a frenare la ripartenza dei cantieri dopo lo stop imposto dal lockdown. Le imprese edili faticano a reperire personale e non riescono a garantire quel ricambio generazionale necessario in un comparto occupazionale particolarmente usurante e che richiede competenza ed esperienza per completare le opere a regola d'arte.

Questione centrale

«La questione è centrale - dice il presidente regionale di Ance Calabria Giovan Battista Perciaccante - Veniamo da un lungo periodo di crisi del settore: negli ultimi anni le aziende, registrando una contrazione del fatturato, hanno incentivato il pensionamento di numerosi operai senza assumere nuove figure, poiché non necessarie. Adesso, grazie al sisma bonus, grazie agli investimenti pubblici e, in prospettiva, grazie al Pnrr, i cantieri stanno riaprendo». Lucida la disamina di Perciaccante: «Abbiamo perso muratori, carpentieri, gruisti, persino autisti di mezzi meccanici, che non sono stati rimpiazzati. E adesso c'è grande difficoltà nel reperire manodopera, anche non specializzata».

Percorsi professionalizzanti

Determinante una interlocuzione con i centri per l'impiego per attivare contratti di apprendistato professionalizzante. Anche perchè si tratta di impieghi remunerativi, pure per quelle figure prive di esperienza. «Anche l'Ance è in grado di attivare la formazione e stiamo lavorando su questo aspetto insieme ai sindacati - conclude Perciaccante - C'è tanta gente che vuole lavorare e non sa quali percorsi intraprendere. Ci servono gli strumenti per incrociare domanda e offerta, non solo nell'edilizia. Vedo anche l'agricoltura in affanno dove mancano addetti per la raccolta degli agrumi e di altri prodotti della terra».