Nasce il comitato “Impianto Murria” che attacca il presidente dell’ente di bonifica Tirreno-Vibonese: «Costi per l'irrigazione assurdi e immotivati: gente che paga fino al 1000% in più»
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Si rischia un muro contro muro doloroso tra gli agricoltori della zona di Briatico e il Consorzio di bonifica Tirreno-Vibonese. Il casus belli è rappresentato dall’aumento della tariffa idrica per le utenze servite dall’impianto “Murria”, una delle opere idrauliche più importanti degli ultimi decenni, realizzata proprio dal Consorzio grazie a fondi europei, entrata in funzione nel 2014. La questione è riassunta in una lettera che il neonato comitato “Impianto Murria”, presieduto da Giuseppe Mantegna, ha inoltrato al presidente dell’ente Domenico Piccione il 4 maggio scorso, per metterlo al corrente dei malumori di tanti agricoltori.
L’antefatto. Nel 2013 gli stessi utenti stipulano con il Consorzio una convenzione «che prevedeva il versamento di regolare cauzione per la consegna e rilascio della tessera da ricaricare di volta in volta e la corresponsione di un contributo pari a 0,10 euro/metro cubo di acqua». Tutto liscio fino al 2018, quando «inspiegabilmente e in maniera unilaterale, avete deciso - attaccano dal comitato nella lettera indirizzata al Consorzio - di aumentare il contributo a 0,20 euro/metro cubo. Alle nostre rimostranze, avete (anche per la stagione irrigua 2019) deciso di abolire l’utilizzo della tessera a favore di versamenti forfettari da effettuare attraverso bonifici bancari, che nessuna attinenza hanno con i reali consumi e che, in alcuni casi, portano gli aumenti al 1.000%». Da qui, la richiesta di ripristino delle condizioni sottoscritte nella convenzione del 2013: «Rigettiamo con forza ogni ipotesi da voi propostaci - incalzano ancora gli agricoltori - nell’accordo bozza che in questi giorni avete fatto circolare fra alcuni aderenti-utenti. Vi invitiamo alla predisposizione di servizi a tutela delle opere consortili e controlli, anche con ausilio, se necessario, delle forze dell’ordine».
L’11 maggio arriva la risposta del Consorzio di bonifica. «Dobbiamo far rilevare - replica il presidente Piccione - che la tariffa per la stagione irrigua 2013 è stata determinata a seguito di uno studio approfondito con comparazione analitica costi-ricavi. Purtroppo negli anni il nostro personale ha verificato manomissioni alle bocchette installate, furti di acqua presso le medesime bocchette, allacci abusivi di ogni genere. Ovviamente - sottolinea Piccione - questa situazione ha influito negativamente sulla economia della gestione consortile. Pertanto è estremamente necessario intervenire con adeguamento e modifica della tariffa di applicazione a superficie e non a mezzo tessera. Questo ufficio - conclude la risposta del Consorzio di bonifica - sta avviando delle procedure per eliminare queste situazioni che chiaramente comporteranno nuovi costi aggiuntivi, ma nell’assoluto rispetto delle aziende produttive saranno esaminati i nuovi costi di gestione con successiva rivisitazione delle tariffe di applicazione per garantire i servizi a tutela delle medesime».
Una risposta per nulla gradita da parte del comitato: «Sappia il signor presidente - scrive Giuseppe Mantegna in una lettera a Il Vibonese - che gli agricoltori sono pronti ad ogni forma di lotta per salvaguardare il corretto funzionamento della struttura che dopo 50 anni ha reso civile e sufficientemente remunerativa la coltivazione dei terreni, e che, se atti vandalici fantomatici o errori del piano economico originario incidono sulla corretta gestione consortile, egli può comodamente rivolgersi alle autorità competenti, senza accanirsi, come intende fare, su chi lavora 12 ore al giorno nei campi per assicurare il sostentamento della propria famiglia». Da generazioni, infatti, nella zona servita dall’impianto Murria si coltivano ortaggi di ogni tipo, su tutti la regina della tavola, la Cipolla rossa di Tropea, che proprio da quei campi trae essenza e valore.