Confindustria e sindacati convergono sulla necessità di mettere al riparo i luoghi di lavoro dal rischio di una nuova ondata pandemica che potrebbe costringere il Governo ad introdurre ulteriori restrizioni, con pesanti conseguenze sui livelli occupazionali.

Obbligo vaccinale

Anche a Cosenza i corpi intermedi dialogano per trovare una sintesi tra introduzione dell'obbligo vaccinale ed estensione del Green pass, con il medesimo obiettivo di contrastare il Covid e sollecitare la ripresa economica in vista anche degli importanti investimenti programmati con le risorse del Piano di Resilienza. All'appuntamento sono intervenuti il presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli ed i rappresentanti sindacali Umberto Calabrone e Giuseppe Guido per la Cgil, Giuseppe Lavia per la Cisl e Roberto Castagna per la Uil quest'ultimo collegato in videoconferenza.

I vaccini in Calabria

In Calabria sono molto ampie le fasce di popolazione attiva ancora restie alla somministrazione del vaccino. Il dato ufficiale aggiornato al 9 settembre rivela che un terzo dei residenti non ha ancora ricevuto neppure la prima dose. Con il coronavirus che continua ad incalzare e la contestuale inefficienza del sistema sanitario, afflitto dalla carenza di personale e di posti letto, il passaggio in zona gialla per adesso scongiurato dal basso numero di ricoveri in terapia intensiva, si fa ogni giorno più concreto.

«Tutti noi - ha ricordato Amarelli - abbiamo ricevuto alcuni vaccini obbligatori che ci hanno consentito di sconfiggere gravi malattie diffuse nel secolo scorso. Quindi non ci sarebbe nulla di straordinario nell'introdurre l'obbligo anche per il vaccino contro il Covid. In questa ottica chiediamo alla politica di non inseguire la strada del consenso, ma quella dell'interesse generale e di adottare decisioni magari impopolari ma di prospettiva: dobbiamo agganciare la ripartenza per questo le imprese hanno bisogno di operare in piena sicurezza».

La campagna pro vaccino

I sindacati sono in sintonia con Confindustria sull'obbligo vaccinale, sono pronti a fare la propria parte sotto il profilo della sensibilizzazione di lavoratori e lavoratrici, ma chiedono al Governo di assumersi la responsabilità di questa scelta: «Siamo al cento percento sì vax - dice Giuseppe Lavia della Cisl - Il sindacato deve difendere il lavoro e in questo momento il lavoro si difende mettendo in sicurezza la campagna di prevenzione». Cgil, Cisl e Uil sono pronti a fare la propria parte «ma le relazioni sindacali non possono sostituirsi alla legge. Ci serve una norma che istituisca l'obbligo - sostiene ancora l'esponente della Cisl - soprattutto in Calabria dove ancora il Piano Covid previsto nel Dca 91, è rimasto inapplicato».

L'indicazione del Governo

Ma se il Governo dovesse decidere di mantenere facoltativa la vaccinazione, optando per l'estensione del Green pass allora, aggiunge Giuseppe Guido, rappresentante della Cgil, «noi saremo lì a verificare che non diventi un'arma di discriminazione contro i lavoratori, che non sia uno strumento utilizzato in maniera distorta per negare i diritti. Se si sceglie questa strada il costo del tampone non può essere a carico dei lavoratori».